Torino - “I dati non sono inattesi, viviamo tutti i giorni nella realtà della crisi e quindi ci rendiamo conto di come girino le cose e di come i nostri imprenditori quotidianamente debbano cavarsela in un contesto dove il Governo Monti li spreme per fare cassa”. E’ questa la dura opinione di Massimo Giordano (nella foto), assessore allo Sviluppo economico della Regione Piemonte, espressa il 18 ottobre a Torino in occasione del convegno dedicato alla presentazione del Rapporto annuale 2011 e dell’Indagine congiunturale del primo semestre 2012 sull’artigianato piemontese.
Dai numeri del Rapporto 2011, in estrema sintesi, si riscontra che, a fronte di una perdita significativa di occupati, il numero delle imprese è rimasto pressoché stabile con una struttura imprenditoriale che si è indebolita ulteriormente. E anche i dati dell’Indagine congiunturale relativa al primo semestre 2012 non lasciano spazio all’ottimismo: dalla seconda metà del 2011 i saldi aumento-diminuzione relativi all’andamento di domanda, fatturato, occupazione delle imprese hanno ripreso a peggiorare, una dinamica che è risultata in ulteriore rafforzamento nella prima parte dell’anno in corso.
“Seppur negativi - ha aggiunto Giordano - questi dati sono uno stimolo fortissimo per rilanciare la competitività dell’intero comparto. Dobbiamo però dare ai nostri artigiani risposte adeguate e non aumentare, come fa il Governo centrale, la pressione fiscale che strangola lo sviluppo. Per favorire i nostri imprenditori vogliamo lavorare in tre direzioni: internazionalizzazione, aumento dell’accesso al credito e sburocratizzazione. Nel primo caso, una scelta strategica che metteremo in atto con l’aiuto del Ceip, il Centro estero per l’internazionalizzazione del Piemonte, aiuteremo gli artigiani a promuovere e vendere sui mercati stranieri i nostri prodotti. Nel secondo stiamo preparando un piano straordinario per l’acceso al credito tramite il sistema dei Confidi, un’azione che ha lo scopo di dare ossigeno alle aziende. Infine lavoriamo nella direzione del taglio della burocrazia proponendo l’eliminazione dell’albo artigiano per dirottare le risorse oggi impiegate direttamente verso le esigenze della nostre aziende”.