Torino - Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato Nursing Up: "Apprendiamo con sconcerto, rabbia e stupore dell’assurda direttiva che la Regione Piemonte ha impartito alle aziende sanitarie, secondo la quale in assenza di assunzioni di infermieri essi dovrebbero ricorrere all’assunzione di medici o figure di supporto da impiegare come infermieri. Se non fosse un triste e disastroso novembre, in cui la lotta al coronavirus si fa sempre più ardua, penseremmo ad un “pesce d’aprile”. Si tratta, invece, della realtà messa nero su bianco che certifica una gestione della sanità da parte della Regione Piemonte allo sbando, senza alcuna logica, che non solo non sta risolvendo alcun problema, ma anzi, con queste decisioni astruse ed estemporanee, ne crea di nuovi e peggiori. Se la regione avesse per tempo provveduto alle assunzioni di infermieri che da mesi e mesi noi andiamo dicento essere indispensabili, non saremmo in questa condizione. Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, esorta la Regione a ritirare immediatamente questa astrusa e assurda direttiva che viola ogni norma e accordo a livello nazionale rispetto alla figura professionale degli infermieri. In mancanza di un immediato dietrofront su questa inaccettabile decisione di utilizzare i medici per fare gli infermieri, saremo costretti a tutelarci con ogni mezzo di protesta e legale che abbiamo a disposizione".
Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri aggiunge: “Credevamo che con la creazione del nuovo bando per l’assunzione di infermieri la Regione avesse compreso come affrontare l’urgenza di personale. Ci sbagliavamo. Se siamo davvero in questa estrema emergenza la Regione ha il potere di prendere direttamente gli infermieri che partecipano al bando appena pubblicato, per le assunzioni a 36 mesi, e impiegarli dove ritiene sia necessario. Nel frattempo, si potrebbero attivare le prestazioni aggiuntive con il giusto e adeguato compenso almeno raddoppiando l’indennità attuale, rimasta ferma ai livelli di vent’anni fa. Oggi paghiamo l’inettitudine e le inefficienze del passato. Per mesi e mesi abbiamo detto e ripetuto che era necessario assumere infermieri e potenziare l’assistenza territoriale, pensiamo ad esempio agli infermieri di famiglia, in modo da curare a casa i pazienti. Siamo sempre stati ignorati come se le nostre osservazioni, che nascono da anni di esperienza nei reparti e negli ospedali, fossero banalità o richieste insensate. La verità è che se la Regione ci avesse dato retta prima, oggi non ci troveremmo in questa situazione. Oggi, mentre l’organizzazione latita in modo evidente, gli ospedali si intasano. Così si dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto basso sia il rispetto per la nostra professione di infermiere e per le professionalità dei colleghi laureati e specializzati. Il concetto sarebbe: se non si trovano infermieri, mettiamo chiunque altro, fosse anche un medico, a fare quel lavoro, tanto basta? Ma ci rendiamo conto?”. Conclude Delli Carri: “Pretendiamo l’immediato ritiro di questa insensata e offensiva direttiva. Se si vuole provare a tracciare una strada per uscire da questa enorme crisi sanitaria è necessario iniziare ad assumere subito infermieri, quelli veri, e potenziare immediatamente, con uomini e mezzi, la medicina territoriale, in modo da portare fuori dagli ospedali i pazienti positivi che possono essere curati. Anche perché negli ospedali, il personale sanitario continua ad ammalarsi: oggi sono circa 7000 gli infermieri contagiati a livello nazionale e da noi ci sono circa mille infermieri positivi. Non ci va uno stratega per comprendere che l’unico modo per salvare le strutture sanitarie è curare il più possibile coloro che sono in condizioni di essere seguiti fuori dagli ospedali, a casa loro. Assumere medici oppure figure di supporto per fare gli infermieri, invece, è solo una proposta assurda e offensiva”.