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PEDAGGI AUTOSTRADALI: I RINCARI COLPISCONO IMPRESE E CONSUMATORI

Torino - Dal 1° gennaio sono entrati in vigore gli adeguamenti delle tariffe di pedaggio autostradale. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha comunicato tramite un post su facebook del Ministro Danilo Toninelli di  aver provveduto a bloccare per almeno i primi sei mesi del 2019 i rincari alle tariffe autostradali del 90% delle tratte nazionali. In quel 10% di tratte autostradali non incluse figurano quelle piemontesi. I rincari più consistenti si sono registrati sulla A32 tra Torino e Bardonecchia (+6,71%), che evidenzia uno degli aumenti più alti d’Italia, sul tratto della A5 tra Aosta e il Monte Bianco (+6,32%), e sulla A6, una delle tratte più battute dai torinesi,  dove il pedaggio aumenta del 2,2%.

Per quanto riguarda la A4 Torino Milano le tariffe al casello sono cresciute per nove anni consecutivi dal 1999, con l’eccezione di quest’anno: nel 2010 i rincari della A4 avevano superato il 15%, nel 2011 sfioravano il 12%, nel 2012 si attestavano oltre il 6%, nel 2013 l’aumento annunciato fu del 3%, nel 2014 l’incremento fu del 5,27%, contro una media degli aumenti del 3,9% circa; nel 2015 la media degli aumenti registrati fu dell’1,32%, con la Torino-Milano quasi in linea con un incremento dell’1,5%.

In pratica i pedaggi dei tratti autostradali A4 dal 2003 al 2016 sono aumentati del 187% e l’inizio del 2018 ha portato un ulteriore incremento di costi pari a 6,64%. Solo quest’anno si è interrotta l’escalation continua dei rincari in questa tratta. 

“Si tratta di aumenti che danneggiano imprese e persone: imprese che devono muoversi per lavoro e che si vedranno ricaricare sui costi di materiali e servizi gli aumentati pedaggi; e i pendolari che quotidianamente percorrono le tratte autostradali per lavoro”. Così Aldo Caranta, Presidente autotrasporti Confartigianato Piemonte commenta il recente rincaro dei pedaggi autostradali.

“L’aumento delle tariffe – prosegue Caranta – va ad incidere pesantemente sull’autotrasporto, già in difficoltà per costi di esercizio elevati, tariffe che non arginano gli oneri delle imprese, costo del lavoro in aumento e concorrenza di vettori esteri. Gli aumenti decisi non tengono conto dell’andamento del mercato e della situazione di crisi economica che le imprese stanno attraversando. Sono decisioni prese sulla pelle degli utenti senza che migliorino i servizi offerti e nonostante i numerosi cantieri continuamente presenti sulla tratta A6 Torino-Savona, uno dei percorsi maggiormente battuti dai torinesi”.

«La A32 e la A5 – aggiunge Caranta, sono importanti infrastrutture di collegamento con l’Europa. Collegano l’Italia con Francia e Svizzera, attraversando Alpi e Appennini. Aree montane strategiche per lo sviluppo del Paese”.