Torino - La pesante crisi economica conseguente a quella sanitaria che ha determinato la flessione dei ricavi in quasi tutti i settori dell’artigianato e l’incertezza acuita dalla recente recrudescenza dei contagi che ha portato, di fatto, ad un nuovo lockdown, determinano tensioni elevate e senza precedenti sulla liquidità delle imprese soprattutto di minor dimensione. Uno dei comparti maggiormente esposti alla recessione scatenata dalla pandemia da Covid-19 è rappresentato dalle imprese di lavanderia e pulitura di articoli tessili e di pelliccia.
Il dimezzamento delle presenze turistiche associato a restrizioni sulla mobilità delle persone nell’anno della pandemia ha influito sull’attività di ristoranti e alberghi e sull’utilizzo, e la relativa manutenzione, di capi di abbigliamento. La chiusura degli impianti sciistici ha ridotto la manutenzione dell’abbigliamento tecnico. Il diffuso utilizzo di smart working e la cancellazione di eventi e cerimonie ha ridotto l’utilizzo del vestiario di più elevata qualità, su cui viene richiesto un maggiore utilizzo dei servizi di pulitintolavanderia.
Nel 2020 il comparto della lavanderia e pulitura di articoli tessili e di pelliccia, è costituito da 19.752 imprese registrate che danno lavoro a 48.052 addetti, mentre a livello piemontese il comparto è costituito da 1338 imprese, di cui 983 artigiane (71,1% l’incidenza sull’artigianato).
Confartigianato stima che nel 2020, il fatturato delle MPI del settore ha registrato un calo del 37,1% pari a minori ricavi per 499 milioni di euro nell’anno della pandemia. Sulla base di questi andamenti, si stimano cali di fatturato per le MPI del settore più elevati per Lombardia (-144 milioni di euro), seguita da Emilia Romagna (-59 milione di euro), Veneto (-56 milioni di euro), Lazio (-48 milioni di euro), Toscana (-43 milioni di euro) e Piemonte (-33 milioni di euro).
Confartigianato Imprese Piemonte stima che più di un terzo (33,9%) delle micro e piccole imprese possa subire seri problemi di liquidità fino a giugno 2021.
“Le pulitintolavanderie svolgono servizi prevalentemente legati ad eventi di vita sociale (quali cerimonie, manifestazioni locali, ridotti impegni personali e lavorativi) - commenta Anna Oliva, Presidente Regionale del settore pulitintolavanderie di Confartigianato Imprese Piemonte - alla ristorazione e al cambio di stagione. Tali aspetti sono fortemente mutati rispetto alle abitudini pregresse e nonostante le imprese del settore possano svolgere la loro attività poiché considerata essenziale, di fatto per le pulitintolavanderie le nuove restrizioni stanno incidendo negativamente sui ricavi determinando una flessione fino all’80%”.
“Ci auguriamo - conclude Oliva - che qualcuno a livello politico si faccia carico delle difficoltà del settore e che comprenda che per scongiurare una chiusura di massa, le imprese devono avere gli strumenti per resistere a questa fase, in buona sostanza servono ristori immediati e più adeguati alle perdite subite”.