Turbigo - Riceviamo e pubblichiamo da Valerio Zinetti, dell'associazione Memento: "In merito alla petizione indetta da ANPI e altre associazioni allo scopo di modificare l’intitolazione della via dedicata ad Ezio Maria Gray nel comune di Turbigo, notiamo purtroppo come la relativa missiva sia stata faziosamente riempita di inesattezze se non addirittura di calunnie al fine di condizionare le valutazioni del Sindaco e della giunta. L'Associazione Memento, impegnata nella tutela e nella valorizzazione di tutto il patrimonio storico, monumentale, ideale e culturale della nazione non può che schierarsi al fianco degli Eroi della Patria e ribattere alla campagna volta a cancellare i loro nomi dalla memoria pubblica. A tale scopo poniamo all’attenzione del Sindaco e della Giunta che l'onestà morale di Ezio Maria Gray fu riconosciuta anche dai tribunali antifascisti del dopoguerra che lo assolsero da addebiti inerenti reati di sangue e contro il patrimonio. Fu Uomo di profonda cultura, come testimoniato dalle migliaia di libri donati a biblioteche di tutta Italia compresa quella del nostro paese, dove sono ormai patrimonio di tutti migliaia di volumi di elevatissimo valore storico. A dimostrazione della cattiva fede dei promotori della petizione, rileviamo che nella missiva si riferisce di un Gray che catturato dai partigiani si sarebbe inginocchiato a chiedere di essere risparmiato e sottoposto a regolare processo: ciò è storicamente falso perché Gray si consegnò spontaneamente alla questura di Como. Inoltre, quand’anche Gray avesse richiesto, come i suoi detrattori sostengono, un regolare processo, ciò andrebbe piuttosto a comprovare la sommarietà e faziosità dei processi che i tribunali partigiani inscenarono contro ogni diritto civile, penale o di guerra allo scopo di compiacere le forze di occupazione alleate che in quel momento finanziavano, orchestravano e alimentavano il movimento partigiano italiano, compiendo il primo passo dell’ormai avanzato processo di conquista economica, militare e culturale dell’Europa. Ancora, si accusa Gray di essere stato razzista; con lo stesso metro di giudizio i promotori della petizione dovrebbero accusare, solo a titolo di esempio, Eugenio Scalfari (ai tempi editorialista di “Roma Fascista”) e Giorgio Bocca (firmatario del Manifesto della Razza e sostenitore della veridicità dei Protocolli di Sion), eppure siamo certi che nelle sedi dei promotori della petizione non manchino libri dei succitati personaggi. A coloro che spesso si elevano a difensori della Costituzione, ci piace ricordare che Gray fu un Senatore della Repubblica eletto secondo i metodi democratici per instaurare i quali, secondo la corrente vulgata, la resistenza fu combattuta. Per quale ragione sarebbe dunque scandalosa l’intitolazione di una via ad un Senatore della Repubblica di elevatissima cultura, grandissima generosità e sempre in prima fila nel servizio della Patria e della nazione? Sono di questi giorni le celebrazioni del centenario della Grande Guerra, e duole notare come a Turbigo una minoranza non rappresentativa del paese si permetta da mesi di insultare la memoria di uno di quei ragazzi che sul fronte nel periodo 1915 – 1918 rischiò la vita per le sorti della nazione, portando l'Italia alla Vittoria e al completamento del processo di unità nazionale. Per questa e molte altre ragioni chiediamo all’amministrazione comunale di non macchiarsi della responsabilità morale di aver assecondato l’iniziativa politica e faziosa di associazioni che, invero, raccolgono l’eredità di un movimento che ha più di qualche ombra sul suo passato e che gli storici da alcuni anni stanno rivalutando. Certi che la pacificazione storica e morale di tutte le forze sane della nazione non possa prescindere da una revisione della storia su basi di Verità e Giustizia, incoraggiamo il Consiglio Comunale a farsi ambasciatore di questa direttiva morale difendendo l’intitolazione della Via dedicata alla memoria del patriota Ezio Maria Gray".
Da Casa Pound Novara invece sostengono: "Qualcuno l'ha già definita psicosi e forse ricorrere alle definizioni mediche è l'unico modo per capire le pretese di una certa sinistra. Pretese indirizzate ad aggredire la toponomastica per cambiare nomi di paesi e vie a loro non graditi. Abbiamo avuto i casi più recenti di Ronchi dei Legionari, di Vittorio Veneto e ora la mobilitazione a Turbigo (paese lombardo sul confine col Piemonte) per una via a qualcuno non gradita. Ci riferiamo al caso della strada intitolata a Ezio Maria Gray, politico italiano di spicco che attraversò la storia del nostro Paese fino alla sua morte negli anni '60. Un nome che, a quanto pare, sta togliendo il sonno a una esigua minoranza in cerca di visibilità politica. Non illustreremo ora la vita del Gray visto che, oltre ad una conferenza organizzata da cittadini turbighesi, anche la nostra redazione radio gli ha dedicato uno speciale (scaricabile sul sito ufficiale di Radio Bandiera Nera) datala sua importanza anche nella vita istituzionale di Novara. Vogliamo però sottolineare l'inaccettabilità delle pretese avanzate dallo sparuto gruppo turbighese di Sel, sostenute da sedicenti ricerche storiche che si basano esclusivamente sul pregiudizio politico. Non ci spiegheremmo altre sì come si possa contestare l'intitolazione della via accusando Gray dei peggiori crimini quando dal processo sostenuto a guerra appena finita (e i cui giudici avevano tutto l'interesse nel condannarlo) lo vide assolto da qualsiasi reato di "sangue o di oro". Gli unici atti contestati furono i cosiddetti “atti rilevanti” per avere, nel Ventennio e durante la Repubblica Sociale, ricoperto cariche e assolto funzioni che avevano contribuito a mantenere in vita il regime. Ciò infatti permise al Gray di ricoprire nell'Italia repubblicana diverse nomine istituzionali fra cui quella di senatore in diverse legislazioni. Ci chiediamo quindi dall'alto di quale levatura etica, morale e storica il gruppo Sel di Turbigo e i loro sodali di alcune sedi Anpi del circondario, si sentano migliori di chi giudicò i fatti vivendo in quel contesto uscito da una guerra mondiale. Forse è solo la stessa altezzosità con cui si permettono di minacciare neanche troppo velatamente la giunta comunale, esternando che loro"vigileranno" su chi si opporrà alla loro iniziativa. Noi speriamo che il sindaco di Turbigo e le istituzioni, le stesse che hanno intitolato la via, non cedano di fronte a questi ricatti mafiosi. Inoltre, fermi delle nostre ragioni, facciamo anche nostro l'appello già fatto dai sostenitori turbighesi del Gray ad un incontro culturale pubblico con gli esponenti della controparte. Questo sempre che non siano troppo impegnati a promuovere qualche nuova iniziativa anti italiana o a favore dell'alta finanza canticchiando "Bella ciao"".