Arona - Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo Arona Domani, che candida per la carica di sindaco Massimo Tosi (foto): "Se c’era un anno in cui Arona poteva tornare a godere del favore dei turisti italiani in maniera nuova e diversa, facendosi vivere a trecentosessanta gradi e non solo come momentaneo sfondo di una passeggiata, un gelato e una cena, tra una coda in macchina e una caccia al parcheggio, se c’era un anno in cui, al di là dei turisti, gli aronesi in primis avrebbero avuto bisogno di tutte le loro spiagge e, in esse, del maggior spazio balneabile possibile, beh, non c’è dubbio che quell’anno fosse proprio questo. Ed è altrettanto evidente che le cose, per ora, sono andate al contrario, e che diverse situazioni tarderanno a raddrizzarsi o non lo faranno affatto. A partire dall’affaire BeachSide e dalla situazione del Lido in generale, umiliato dal “vuoto” di cui sopra e dall’altalenante qualità delle acque, che ha già costretto l’Amministrazione a vietarne temporaneamente la balneazione anche in questa già complicata estate 2020. Sul nocciolo del contenzioso tra Comune e privato non vogliamo intervenire, perché quando si parla di possibili abusi, di provvedimenti coatti con addebito di costi e di procedimenti penali, o ancora di prevaricazione e danneggiamento d’immagine, è il caso che si esprimano i tribunali e nessun altro. Ma non possiamo non notare la mediocrità della regia che trascina e rinfocola questa querelle – in estate e in inverno – ormai da troppo tempo, sempre a spese degli aronesi, nella loro doppia veste di esercenti o fruitori di questa porzione di lago e, a catena, di quelle vicine. Quanto al problema ambientale-sanitario, invece, il nostro disappunto non può essere così misurato, e circostanziato, perché l’area del Lido sembra essere l’esempio lampante di altri progetti fallimentari nati sotto la corrente amministrazione, che con il proprio modus operandi orientato al consenso immediato più che a una progettualità di lungo respiro, lascia ancora una ferita aperta nel cuore della città. Ascoltare ogni anno – da non si sa nemmeno più quanti anni – che è tutta colpa della pioggia e che si stanno studiando misure efficaci – per non far piovere più?!? - è diventato un siparietto che potrebbe divertirci solo se in ballo non ci fosse la salute di tutti noi e l’immagine stessa della città. Per carità, a salvaguardare almeno in parte l’attrattività delle nostre sponde – e le conseguenti attività di molte famiglie aronesi – ci pensano ancora le “bandiere” che Gusmeroli sventola ai quattro venti: quella blu che una singola spiaggia regala a tutto il litorale e quella di “comune ciclabile”, che allo stesso modo insignisce tutto il territorio in virtù di una sola pista, peraltro non esattamente impeccabile. Ma alla quotidianità delle aronesi e degli aronesi chi ci pensa? Le persone non hanno bisogno di spillette, attestati e riconoscimenti – spesso autoreferenziali -, ma di un confronto costante, di progetti realizzabili, meglio se insieme, e di fatti concreti. Servono interventi mirati per salvaguardare le acque del lago da possibili cattive tracimazioni, serve monitorarne la qualità costantemente e verificare eventuali comportamenti irregolari, serve una concertazione efficace tra pubblico e privato per scongiurare ogni tipo di degrado ambientale e stato di abbandono; ma serve altrettanto rendersi conto che Arona non è solo il lago e che si dovrebbe poter pedalare in sicurezza anche in altre zone della città, magari vicino alle scuole, agli impianti sportivi e a qualche area commerciale “di quartiere”. In quegli angoli di città, insomma, dove gli aronesi vivono, si formano, si svagano, consumano e si servono ogni giorno. La nostra visione, insomma, quella che vorremmo sottoporre alle cittadine e ai cittadini di Arona per farla diventare azione pulsante, parte dalla volontà di tutelare ambiente e territorio nella loro complessità, perché il Lido fa parte di un tratto costiero da valorizzare per intero, da piazzale Aldo Moro a fine Corso Repubblica, passando appunto per Lido e Punta Vevera, senza ulteriore consumo di suolo e senza fantomatici camping di lusso, ma al contrario garantendo la piena fruibilità del lago a tutti i cittadini, ripristinando la situazione precedente alla gestione privata e, soprattutto, le condizioni di balneabilità, con accesso garantito tutto l’anno, sinonimo di manutenzione e decoro. Non solo una spiaggia, quindi, ma il cuore di un’Area Verde aperta a tutti, facilmente accessibile anche con passeggini o sedie a rotelle, dotata del giusto numero di cestini per la differenziata e impreziosita dalla piantumazione di specie arboree ad alta naturalità in Punta Vevera, così da poter poi confrontarci con l’intera cittadinanza sull’opportunità o meno di far diventare tutta l’area costiera di Arona, da Aldo Moro a fine Corso Europa, parte di un progetto che prevede la costituzione di una vera e propria dorsale o mosaico verde nell’ambito dell’area Mab UNESCO del Ticino. Ma per fare questo bisogna avere l’umiltà e la voglia di confrontarsi con le persone, appunto, valutarne i suggerimenti, verificarne istanze ed esigenze, accettare le critiche e ripartire da esse. Partecipare e lasciar partecipare, insomma, e non pretendere di gestire tutto in prima persona dalla cabina di comando. Concetto forse sconosciuto a chi ha dovuto mettere in vetrina il proprio nome anche come “candidato vice-sindaco” - e a chi gliel’ha lasciato fare -, non si capisce se per pura vanità o per poca fiducia nel proprio designato successore. E se non succedesse? Noi siamo qui per quello, per provare a imboccare strade diverse e cercare di immaginare il futuro di Arona più liberamente, senza accontentarci della copia sbiadita di quello che abbiamo già visto e che non sempre ci ha entusiasmato".