Barengo - "Martedì 2 aprile - ci scrive l'on. Franca Biondelli - ho presentato una interrogazione per risposta in commissione, in cui, partendo dal recente caso della discarica di amianto a Barengo, ho portato all’attenzione dei Ministri competenti, la difficile situazione dei territori delle ‘Colline novaresi’ e dei paesi sesiani che corrono pericoli di contaminazione ambientale sotto diverse forme".
Qui di seguito il testo dell’interrogazione.
Ai Ministri dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare e della salute, premesso che:
nel Comune di Barengo in Provincia di Novara è stata localizzata ai sensi dell’articolo 12 della Legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40 una discarica per rifiuti non pericolosi monodedicata a materiale da costruzione contenente amianto;
tale decisione ha suscitato l’opposizione delle popolazioni locali che recentemente ha avviato una raccolta firme fra tutti i residenti dei comuni delle colline novaresi (aree note per la produzione vitivinicola), anche perché: il Piano regionale amianto del Piemonte non prevede l’istituzione di nuove discariche oltre alle tre già presenti, l’area di 30 mila metri quadrati inizialmente era stata destinata alla realizzazione di un parco fotovoltaico e per questo alcuni cittadini avevano accettato la vendita del proprio terreno, i cittadini lamentano la mancanza di trasparenza su tutta la vicenda, sia nell’iter burocratico, sia nelle informazioni fornite ai cittadini sul progetto. Il comitato di cittadini ‘No amianto a Barengo’, recentemente costituito per la salvaguardia del territorio, ha portato all’attenzione i dati raccolti ribadendo che le Colline novaresi non devono diventare la discarica del Piemonte Orientale. Lo stesso sindaco di Barengo ha già confermato l’intenzione di indire il Consiglio Comunale e deliberare negativamente entro dieci giorni dalla data della stessa Assemblea;
si teme in particolare per i rischi per la salute derivanti dall’eventuale dispersione di fibre in amianto e per l’inquinamento conseguente al passaggio di autocarri, al consumo del suolo, all’eliminazione di zone boschive in una zona nella quale si coltivano vigne e sono presenti risaie;
il sito prescelto dalla ditta Ederambiente che ha presentato nel mese di ottobre del 2012 la richiesta per la realizzazione della discarica, rientra nell’area sotto tutela delle ‘Colline Novaresi’;
il 12 dicembre 2012 si è riunita presso la Provincia di Novara la Conferenza di servizi, convocata ai sensi della legge 42/1998, che ha esaminato il progetto della citata discarica e i pareri delle istituzioni interessate, in tale sede l’Arpa ha evidenziato gli impatti che possono derivare dal progetto relativamente alla fauna e agli ecosistemi sostenendo che la proposta presenta criticità sia per impatti irreversibili che reversibili;
inoltre l’ambito ambientale in cui si colloca il sito è ad alta sensibilità di paesaggio ed è soggetto a vincolo paesaggistico, ai sensi del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, essendo area boschiva con essenze di pregio da tutelare e il cui mantenimento è fondamentale per la protezione della fauna presente nell’area; si teme soprattutto per l’inquinamento delle acque, l’area è infatti caratterizzata da un piccolo corso d’acqua e da molte zone paludose;
l’ASL ha evidenziato la mancata considerazione della presenza di un’altra discarica di rifiuti non pericolosi dell’ATO e del conseguente moltiplicarsi degli impatti sull’area;
il 14 marzo 2013 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sulle minacce per la salute legate all’amianto e sulle prospettive di eliminazione di tutto l’amianto esistente, si tratta di un importante atto del Parlamento Europeo a favore del riciclo del rifiuto amianto;
nella risoluzione si afferma che il conferimento dei rifiuti di amianto in discarica non è il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente, in particolare nell’aria e nelle acque di falda;
per quanto riguarda lo smaltimento, la risoluzione invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che qualsiasi rifiuto contenente amianto, indipendentemente dal contenuto di fibre, sia classificato come rifiuto contenente amianto, indipendentemente dal contenuto di fibre, sia classificato come rifiuto pericoloso e quindi smaltito esclusivamente in specifiche discariche per rifiuti pericolosi, in conformità alla direttiva 1999/31/CE, o, previa autorizzazione, essere trattati in appositi impianti, testati e sicuri di trattamento e inertizzazione, e che la popolazione interessata debba essere informata al riguardo;
nella Provincia di Novara è presente una discarica a Ghemme per la quale nel mese di dicembre del 2011 il Comune ha dovuto imporre il divieto di accesso al pubblico dell’area a causa della presenza di contaminanti per i quali è stato rilevato il rischio cancerogeno; è inoltre in discussione il progetto per la realizzazione della discarica di amianto a Barengo, mentre è di recente fallito il tentativo di aprirne un’altra a Borgomanero in località Cumiona; nella zona di Carpignano è prevista la nuova localizzazione di un pozzo esplorativo dell’Eni per la ricerca di petrolio con relative trivellazioni, una operazione che proprio per l’atteggiamento contrario della popolazione, sta spingendo l’Eni a valutare l’esplorazione all’interno del comune di Ghemme; a Grignasco i comitati cittadini stanno facendo opera di controllo sulla così definita ‘opera di riprofilatura’ della Cava del Colombino che potrebbe essere riaperta rimettendo in modo un processo industriale che, seppur per un periodo stimato in 10 anni, potrebbe compromettere un’area destinata ad una crescita turistica e agricolo ambientale, con la necessità di un transito di 10 camion all’ora ed un importante spostamento di materiale; ed infine, nel paese di Casalvolone, sono in corso di definizione i ricorsi al Tar fatti a seguito della decisione della realizzazione di un impianto di compostaggio a Biogas;
le suddette attività insistono nel territorio di comuni che distano una ventina di chilometri l’uno dall’altro, collocati in parte nella fascia del fiume Sesia, e in parte una zona di produzione di vini DOCG e di risaie che recentemente sembra ricevere particolare attenzione per attività di smaltimento dei rifiuti mentre invece dovrebbe ricevere attenzioni ulteriori per una difesa delle peculiarità territoriali divenute ormai elementi non solo caratteristici ma anche di crescita economica per tutta la provincia;
quali misure intendano assumere, considerata la netta presa di posizione del Parlamento Europeo, al fine di pervenire a un’immediata moratoria delle autorizzazioni, in corso sia in Piemonte che nel resto del Paese, delle discariche di amianto, adottando misure con il consenso dei cittadini interessati, volte a promuovere e sostenere tanto la ricerca nell’ambito delle alternative ecocompatibili, quanto le tecnologie che se ne avvalgono, garantendo procedimenti quali l’inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, ai fini dell’inattivazione delle fibre e della loro conversione in materiali che non mettono a repentaglio la salute pubblica.