Carpignano Sesia - «Non si può realizzare un’opera di quella portata in una zona alluvionale, di grande rilievo ambientale e poco distante dalle abitazioni. Non possiamo permetterci di mettere a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente». Questo il commento di Marino Spagnolini, coordinatore del circolo Pd di Carpignano Sesia e responsabile enti localidel Partito Democratico novarese rispetto al progetto dell’Eni di realizzare un impianto esplorativo per la ricerca dipetrolio presso il Comune di Carpignano.
L’area che dovrebbe ospitare il pozzo esplorativo è a rischio esondazione del fiume Sesia. Il progetto presentatodall’Eni sottovaluta questo aspetto basandosi su dati statistici che sono contraddetti dall’esperienza e dalla memoriadi chi abita da sempre in quel territorio.
«Il Partito Democratico – spiega la segretaria provinciale Elena Ferrara – è vicino ai cittadini di Carpignano facendoproprie le preoccupazioni circa le caratteristiche progettuali, i rischi per la salute e i dubbi sui reali benefici economiciper l’amministrazione pubblica».
L’ultima parola spetta alla Regione Piemonte da cui sinora è arrivato solo un silenzio assordante. «Il presidente della Regione – continua Spagnolini - l’assessore alle attività produttive e il vice presidente del consiglio regionale sono di Novara. Ci aspettiamo che sappiano difendere gli interessi del territorio nelle sedi competenti meglio di quantoavvenuto sinora».
Per evitare che l’Eni ottenga il via libera è però fondamentale che non si mettano in atto strumentalizzazioni di partito. Secondo il gruppo consigliare Pd in provincia di Novara: «E' stata quanto mai inopportuna l’iniziativa del capogruppodella Lega Nord che, in occasione del consiglio provinciale odierno, ha annunciato di volere depositare personalmente le centinaia di firme di cittadini raccolte dal comitato locale contrario al progetto. Ci auguriamo che ciò non avvenga ma che sia il presidente della Provincia ad incontrare nelle sedi istituzionali i rappresentanti dei cittadini, ascoltando le loro ragioni e prendendosi l’impegno di depositare le firme al tavolo della conferenza dei servizi».