Carpignano Sesia - Riceviamo e pubblichiamo da Gian Piero Godio di Legambiente Piemonte e VdA - Settore Energia: "Presente all’incontro con l’ENI per la Valutazione di Impatto Ambientale del progetto di trivellazione a Carpignano Sesia, Legambiente Piemonte ribadisce la propria contrarietà a questo intervento e a tutta la strategia nazionale che rilancia l’estrazione di petrolio e gas sul territorio italiano. “Siamo contrari ai nuovi pozzi - dice Gian Piero Godio, responsabile per il Piemonte del Settore Energia di Legambiente - e la nostra contrarietà non riguarda solo Carpignano Sesia, ma tutto il territorio nazionale”. Infatti Legambiente, a livello nazionale, ha presentato tre giorni fa le osservazioni alla proposta di Strategia Energetica Nazionale del Governo, Il documento strategico nazionale, dice Legambiente, è contraddittorio, a parole dichiara di voler promuovere rinnovabili ed efficienza energetica senza però dare strumenti certi e programmi temporali adeguati al loro effettivo sviluppo. Nei fatti, e con interventi precisi, però ne ostacola lo sviluppo e dà il via libera alle trivellazioni per estrarre petrolio e gas. Ora più che mai, invece, servirebbero prospettive coraggiose e innovative per rilanciare l’economia e dare fiducia a cittadini e imprese riducendo le spese in bolletta e fornendo gli strumenti giusti per competere nell’economia del futuro. Il documento proposto dal Governo, invece di puntare decisamente alla riduzione del consumo e delle importazioni di fonti fossili, individua, sia per l'efficienza energetica che per le fonti rinnovabili, strategie generiche e strumenti inadeguati a raggiungere quanto previsto, e oltretutto propone un rilancio della produzione di idrocarburi nazionali. Legambiente considera profondamente sbagliata e incoerente la scelta di puntare ad aumentare la produzione di idrocarburi nazionali. Una prospettiva che appare insensata non solo da un punto di vista ambientale ma anche rispetto agli obiettivi previsti dal documento di riduzione della dipendenza dall'estero e della bolletta energetica. Anche attingendo a tutto il petrolio presente sotto il mare e nel sottosuolo, concentrato soprattutto in Basilicata, il totale delle riserve certe nel nostro Paese verrebbe consumato in appena 13 mesi. Inoltre, in una economia di mercato e senza un intervento pubblico non vi è alcuna possibilità che a trarre beneficio dalle trivellazioni possano essere i consumatori italiani visto che quel gas e benzina sarebbero venduti allo stesso prezzo di quello proveniente da altre parti del mondo".