Borgomanero - “L’Ospedale Santissima Trinità è un riferimento non solo per il territorio del Borgomanerese, ma per un’area sovraprovinciale ben più vasta, che abbraccia Cusio, Verbano, Basso Novarese e Valsesia e non va quindi indebolito. Inoltre è un presidio essenziale per limitare la mobilità passiva verso le strutture sanitarie lombarde – spiegano il presidente della Provincia di Novara Matteo Besozzi e il consigliere con delega al Sociale, Tino Zampogna - La Provincia di Novara non può quindi che avere una posizione contraria alla razionalizzazione annunciata dalla Regione Piemonte che sembra prevedere una limatura di 80 posti letto”.
Il presidente della Provincia di Novara, Matteo Besozzi, sarà presente domani (mercoledì) all’incontro che si terrà in Municipio a Gozzano alle 18 nel quale i sindaci del territorio valuteranno come affrontare la questione: “Chiederemo immediatamente un incontro con l’assessore regionale alla Sanità per entrare nel merito della razionalizzazione proposta – dice Besozzi - Se quanto annunciato venisse effettivamente messo in pratica, l’ospedale di Borgomanero, appena riconfermato Dea di primo livello, verrebbe decurtato di quasi un quarto dei suoi posti letto. Una penalizzazione inaccettabile per la quale i sindaci sono giustamente allarmati. Qui non stiamo parlando di una difesa “d’ufficio” o del mantenimento di un presidio: l’ospedale di Borgomanero funziona bene, a pieno regime, è una eccellenza che va mantenuta e se possibile potenziata”.
“L’Ospedale ha una produttività molto elevata, con quasi 12mila ricoveri all’anno e 48mila utenti che usufruiscono del Dea – sottolinea Zampogna – I dati parlano chiaro, con i ricoveri aumentati del 4% nell’ultimo anno, anche a seguito della chiusura dell’ospedale di Arona. Inolte, sono presenti quasi tutte le specialità principali. E l’ospedale viene scelto anche da utenti fuori zona per i tempi di attesa contenuti, per l’efficienza e la qualità del servizio. Non siamo a priori contrari a una razionalizzazione, ma se il taglio annunciato ha questa entità risulta difficile non immaginare un effettivo depotenziamento”.