Miasino - “Bisogna agire subito, va affermata coi fatti la legalità e dare seguito alla confisca del 2007”. E’ quanto chiede Domenico Rossi, Consigliere regionale del Partito Democratico, nella Mozione in discussione nella prossima seduta consiliare. La dimora in questione è un autentico gioiello composto da 29 stanze affrescate, con soffitti in legno, scale in marmo ed una suggestiva vista sul lago d’Orta acquistata dal boss della camorra Pasquale Galasso, arrestato nel 1992 e divenuto successivamente collaboratore di giustizia. Durante il periodo di sequestro, l’immobile fu dato in gestione alla società a responsabilità limitata “Castello di Miasino srl”, le cui quote sono state in seguito interamente acquisite dalla signora Grazia Galise, moglie del boss Galasso. La società attualmente gestisce la struttura per fini commerciali, nonostante si sia arrivati alla confisca definitiva nel 2007. “Chiedo alla Giunta regionale – dichiara Rossi - di farsi promotore affinché si arrivi presto a un progetto concreto di riutilizzo del Castello di Miasino. E’ inammissibile – prosegue - che un bene sequestrato a un camorrista venga gestito da una società riconducibile ai famigliari dello stesso camorrista”. Uno dei motivi per cui non si è mai arrivati al riutilizzo sociale risiede proprio nella mancanza di un’Istituzione che si facesse carico del processo di riutilizzo sociale, situazione che aveva portato l’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati a decidere di mettere in vendita il castello. “Quel bene deve tornare alla collettività, così come espressamente previsto dalla legge. Si tratta di un atto urgente - sottolinea il Consigliere Pd -, solo con un progetto di riutilizzo concreto l’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati potrà rivedere la propria decisione sulla vendita. Quando riutilizzati socialmente, i beni confiscati, hanno un forte valore positivo per la comunità, sia in termini occupazionali e di sviluppo sia come riscatto della legalità sulla criminalità organizzata. Mi auguro – conclude Rossi - che l’aula del Consiglio regionale affermi all’unanimità l’importanza del recupero sociale di questo immobile”.