Invorio - Giù le mani dalle libere professioni e dalle loro Casse di previdenza, questo il messaggio emerso dalla tavola rotonda promossa da Antonio Pedrazzoli, segretario novarese dell’Udc e candidato al Senato nella Lista Monti, che si è svolta domenica 3 febbraio ad Invorio, nel Novarese.
Tra i relatori Paolo Pedrazzoli (Notaio, presidente Cassa nazionale notariato), Lorenzo Sciarini (Commercialista), Roberto Turri (Farmacista), Maria Cristina Cossu (Avvocato, presidente Camera civile di Vercelli), Gianfranco Quaglia (Giornalista).
I liberi professionisti non possono venire equiparati alle imprese – è stato il messaggio condiviso da tutti i relatori - al contrario gli Ordini professionali vanno salvaguardati nella propria specificità.
Maria Cristina Cossu riferendosi al caso degli avvocati: “Non siamo una casta. Siamo in tantissimi, 250mila in Italia, e la concorrenza è spietata. L'abolizione delle tariffe che è stata imposta è penalizzante, soprattutto per gli studi piccoli, e per i piccoli clienti (privati, piccole aziende) può essere un boomerang non avere una tariffa ufficiale, e quindi un punto di riferimento per valutare la congruità del prezzo richiesto dal legale”.
Per il notaio Paolo Pedrazzoli “aver allineato professionista e imprenditore ha svilito completamente il concetto di deontologia professionale. Il professionista più del profitto deve realizzare un interesse pubblico. Noi siamo lavoratori della conoscenza – ha ribadito il presidente della Cassa del notariato –e dobbiamo dare un risultato che sia di qualità e di garanzia, questo è un concetto che troppo spesso dalla Pubblica amministrazione viene dimenticato”. Poi riferendosi alle Casse previdenziali autonome ha continuato: “Il loro patrimonio è di 46miliardi di euro, ai quali lo Stato guarda con un notevole appetito, nonostante abbiano i conti a posto e siano perfettamente autosufficienti”.
Lorenzo Sciarini, commercialista, ha rimarcato la necessità di coinvolgere gli Ordini professionali nel meccanismo di riforma della professione, mentre Roberto Turri, farmacista, ha ricordato il ruolo di presidio territoriale delle farmacie: “A Sillavengo, dove opero, il medico è presente solo tre ore a settimana, mentre la mia farmacia è aperta otto ore al giorno. La direzione che deve essere intrapresa è quella di considerare la farmacia come un soggetto attivo, anche per la prenotazione degli esami e il ritiro dei referti”.
Gianfranco Quaglia nella sua appassionata sintesi ha dettagliato lo stato di salute certo non positivo del giornalismo in Italia: “ L’aspetto più grave è la crisi dell’editoria e dell’informazione, una crisi senza precedenti dal dopoguerra. I giornali – ha detto Quaglia - stanno chiudendo i bilanci in profondo rosso, a causa soprattutto del calo della pubblicità crollata di circa il 50% negli ultimi anni. Gli editori stanno quindi correndo ai ripari, tagliando il personale. Grandi e piccoli giornali stanno dichiarando lo stato di crisi. Parallelamente va rilevato il tema dei giornalisti free lance e del mancato ricambio generazionale: alcuni editori abusano di questa forma di collaborazione che non garantisce alcuna tutela. C’è poi anche un problema di dignità del lavoro, casi di articoli pagati a malapena 2 euro sono più frequenti di quanto si possa immaginare”. La chiusura è stata affidata ad Antonio Pedrazzoli che ha sottolineato come all’interno dell’Udc e della Lista Monti sia presente una corrente attenta alle specificità delle Libere professioni. L’appuntamento è stato inoltre un momento di confronto per le segreterie dell’Udc del Quadrante del Piemonte orientale, al quale non sono mancati alcuni tra gli esponenti principali del partito in Piemonte.