Borgomanero - L’informazione è essenziale per garantire la sicurezza sulle nostre strade e il deputato Daniele Galli attacca la gestione del sistema autostradale italiano, con un’interrogazione che riguarda in particolare le gallerie autostradali, carenti di copertura radio come già sottolineato anche nella riunione del 14 e 15 dicembre 2001 a Laeken dal Consiglio europeo. “Da allora si è fatto poco o nulla, si è garantita solo la copertura telefonica, ma nulla che riguardi il diritto di essere costantemente informati rispetto alle condizioni di traffico, di incidente prossimo e di condizioni metereologiche. Uscire da una galleria e sapere di trovarsi una grandinata, un fondo ghiacciato o la coda di un incidente può voler dire salvarsi la vita - fa notare Daniele Galli (Fli), - per lunghi tratti del percorso autostradale italiano e in quasi tutte le gallerie c’è la cronica impossibilità di ricevere informazioni tramite le radio montate sulle autovetture, anche dei canali dedicati all'informazione quali Ondaverde o CCISS Viaggiare Informati. Il diritto all’informazione è sancito dalla costituzione, e in questi casi può davvero salvare delle vite.” Nell’ interrogazione, si chiede al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti "con quali mezzi e in quali tempi intendaacquisire, anche per il tramite dell'ANAS e delle società di gestione, notizie sulle cause del mancato adeguamento tecnologico delle strutture viarie affidate allo loro gestione e sollecitarne l’adeguamento".
Quinta interrogazione del deputato Daniele Galli invece sull’energia elettrica: la Commissione europea dichiara che i certificati verdi del Gestore Servizi Energetici non sono affatto una prova della rinnovabilità delle fonti energetiche, e quindi che i cittadini pagano in bolletta come energia pulita non è detto che lo sia. Potrebbe essere tranquillamente di origine nucleare, ma il suo prezzo è dichiarato per verde, verdissimo. Verdi sono le tasche degli italiani, che per sostenere quste “energie rinnovabili” pagano non meno di 7 miliardi. Galli cita nell’interrogazione il parere della Corte di giustizia europea che non vieta l’intervento dello Stato sui prezzi, se giustificato dall’interesse economico generale e per gli obblighi di servizio pubblici, e chiede proprio l’intervento dello Stato per mettere la parola fine a questa situazione che ci fa pagare l’elettricità molto più della media europea e per far si che GSE restituisca ai cittadini il sovrapprezzo miliardario finora sborsato per elettricità dichiarata verde ma che “puzza” di atomico.