Pernate - Riceviamo e pubblichiamo: "Il Comitato per Pernate invita l'amministrazione cittadina a impegnarsi pubblicamente nell’escludere, per le aree di sviluppo logistico nella frazione di Pernate, lo strumento urbanistico della variante minore. E’ bene ricordare che, attraverso la privatizzazione de facto del Centro Intermodale Merci di Novara, a seguito della cessione delle quote in mano pubblica, sia ormai cessata conseguentemente la pubblica utilità. In questi anni si è assistito anche ad una variazione delle modalità di gestione dell’interporto che non prevedono più lo scambio esclusivo gomma-ferro, ma l’ipotetica realizzazione di capannoni da affittare per uso logistico promiscuo. Tale orientamento, che ormai ha inflazionato la provincia novarese, sta consumando voracemente suolo agricolo e sta spianando la strada alla speculazione immobiliare più opaca e rischiosa possibile se consideriamo che l'offerta privata limitrofa ha quasi saturato la domanda attuale. Secondo il Comitato, la variante minore, laddove impiegata, semplificherebbe eccessivamente l'iter burocratico di riconversione aggirando, si teme, i paletti imposti a suo tempo dalla Regione Piemonte. Prima di iniziare con la politica dello spezzatino, che prevediamo sia applicata, e senza dubbio porterebbe a un ecomostro, urge riconsiderare la nuova destinazione d’uso dei terreni in funzione delle nuove necessità e dei nuovi scenari di sviluppo urbanistico. Quindi, valutare l'idoneità dell'area a tale scopo. Una cementificazione, che determinerebbe inevitabilmente un’ aggravio degli scarichi su una rete fognaria sottodimensionata, porterebbe a ingenti costi per la cittadinanza futura. Anche la qualità della vita andrebbe a risentirne come già sottolineato dalla Lettera dei medici della frazione, sottoposta alla fase istruttoria della Variante Generale del 2003/2004. Un ripensamento complessivo circa la necessità di adibire nuove aree alla logistica integrata porterebbe a valutare l’opportunità della riconversione delle centinaia di migliaia di metri quadrati, ad oggi inutilizzati, nel quartiere di Sant’Agabio. Tali aree sono già asservite di tutte le infrastrutture e sottoservizi (rete fognaria, rete idrica, rete elettrica,rete dati e viabilità, ecc.) che un insediamento produttivo richiede e che andrebbero invece realizzate onerosamente in un terreno vergine. Riutilizzare e riqualificare tali aree, come si è già cominciato a fare in Via Visconti, significherebbe ridare ricchezza e decoro a un quartiere che oggi mostra diverse zone di degrado. Per la collettività e per l’investitore si configurerebbe una logica di win-win in cui il risparmio dovuto al riutilizzo di infrastrutture esistenti porterebbe senza dubbio benefici tangibili a entrambi. La strada da seguire, secondo il Comitato per Pernate, coinvolgerebbe anche la riconversione totale a uso agricolo delle aree T3b in quanto risulta inconciliabile o estremamente oneroso ottemperare agli obblighi prescritti dalla Regione Piemonte sull'area e realizzare insieme un insediamento logistico di quelle dimensioni. Aggirare tali paletti già posti con una variante minore certamente esporrebbe il fianco a ricorsi legali. Meglio sarebbe, in tal caso, riconsiderare completamente l'opera partendo da una concertazione proattiva con la cittadinanza che vive il territorio. Non va dimenticato infatti come tali infrastrutture, negli ultimi anni, abbiano sottratto ingenti spazi all’ agricoltura novarese causando danni economici a un tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese la cui produzione risicola e maidicola rappresenta una eccellenza da proteggere. L’ amministrazione comunale, prima di farsi trascinare in miopi speculazioni, dovrebbe tutelare i suoi cittadini, i propri imprenditori agricoli e tutto l'indotto che vive e crea lavoro da generazioni. Facilitare l'ingresso a questi nuovi barbari, aggirando le naturali regole di salvaguardia ed il rispetto del territorio, non è saggio né per gli abitanti della frazione di Pernate di oggi, né per le future generazioni a cui consegneremo un territorio con un assetto idrogeologico senza dubbio compromesso e un tessuto produttivo locale pesantemente danneggiato".
Il comunicato è firmato per il Comitato per Pernate da: Claudio Ferro, Carlo Ferro, Angelo Sesana, Paolo Manenti, Oscar Bernardinello, Renzo Pizzo, Massimo Zappa e Corrado Albertini.