Novara - Ci scrive Antonio Pedrazzoli, coordinatore provinciale dell'Udc e candidato sindaco del terzo polo a Novara: "Egregio Direttore, si è conclusa da poco questa tornata di elezioni amministrative che ha visto coinvolte nella nostra provincia anche Trecate e Novara e vorrei condividere con Lei alcune mie osservazioni. Gli esiti elettorali sono stati sorprendenti in entrambe le realtà sin dal primo turno con una evidente débâcle della destra e la conquista di due importanti Comuni da parte della sinistra. Soffermandosi sulla situazione di Novara una prima domanda che occorre rivolgersi per capire il perché di tale esito è questa: cosa è cambiato rispetto al 2006? Per cercare di dare una risposta occorre in primo luogo considerare quelli che sono i tre pilastri di una campagna elettorale: la composizione della coalizione, gli uomini in campo ed il programma. La composizione delle coalizioni è il primo elemento da valutare in quanto determina un mutamento dell’offerta politica che può essere più o meno appetibile per una parte della popolazione chiamata al voto. Nel 2006 la destra si presentò con un’alleanza composta da LEGA NORD, FORZA ITALIA, ALLEANZA NAZIONALE, UNIONE DI CENTRO e L’AMBIENTE MODERATI DI CENTRO mentre la sinistra era composta da D.S., MARGHERITA, RIFONDAZIONE COMUNISTA, ROSA NEL PUGNO. Si osserva, allora, che i cambiamenti maggiori rispetto al 2006 hanno interessato la destra che ha perso il sostegno dell’UNIONE DI CENTRO e di una costola di ALLEANZA NAZIONALE, ora FUTURO E LIBERTA’, mentre la sinistra è rimasta sostanzialmente compatta con la fusione di D.S. e MARGHERITA che ha dato origine al P.D. e con la nascita di SEL. E già da questa valutazione si evince un dato favorevole alla sinistra.
Il secondo elemento da considerare è quello relativo agli uomini in campo. Nel 2006 la destra candidava un uomo “forte”, come Massimo Giordano, e la sinistra candidava l’ottimo Augusto Ferrari persona di grande preparazione e forza di ideali. Oggi la destra ha candidato Mauro Franzinelli, uomo di partito e con fama di buon amministratore mentre la sinistra si è presentata con un candidato sempre all’altezza e di qualità come Andrea Ballarè, libero professionista affermato e preparato.
Il programma, pur essendo un elemento molto importante, non può essere termine di paragone tra il 2006 ed il 2011 in quanto a distanza di cinque anni cambiano le esigenze di una comunità e perciò mutano anche gli scopi che si prefiggono le forze politiche. Tuttavia anche in questo caso la destra si è adagiata sull’andamento della passata amministrazione e, invece, di proporre qualcosa che lasciasse prevedere delle novità interessanti, che stuzzicassero il palato degli elettori, si è limitata a dire “faremo bene come in passato”. Occorre comunque sottolineare, per onestà, che solo in pochissimi avevano previsto il risultato uscito dalle urne anche in ragione del forte vantaggio di Franzinelli su Ballarè dopo il primo turno. L’UNIONE DI CENTRO, come noto, ha corso con il NUOVO POLO unitamene a FUTURO E LIBERTA’ e al PARTITO DEI PENSIONATI. Dopo il primo turno, che ha determinato il fatto di non essere riusciti ad arrivare al ballottaggio con il nostro candidato sindaco, su indicazione nazionale si è deciso di non apparentarsi al secondo turno. Considerando la sola posizione dell’UNIONE DI CENTRO credo che la decisione sia stata corretta per due ragioni: la prima è la coerenza che si deve avere nei confronti degli elettori, ci siamo presentati come alternativa ai due poli e pertanto sarebbe stata una scelta illogica; la seconda è la distanza siderale su alcuni temi tra il nostro partito e altre forze politiche. Si pensi al tema della famiglia sul quale la pensiamo in modo diametralmente opposto a SEL, oppure ai temi economici e del lavoro rispetto a Rifondazione Comunista o ancora al concetto di Stato rispetto alla Lega Nord. Questi temi non sono alieni all’amministrazione della città quando si parla per esempio di registro comunale delle famiglie di fatto oppure di politiche sociali o celebrazioni delle festività della Repubblica. Il dato del NUOVO POLO è stato, tuttavia, decisivo, per le sorti dello schieramento di destra perché ne ha comportato di fatto la sconfitta, ma non al secondo turno, bensì al primo quando PDL e LEGA da soli e con la presunzione di essere autosufficienti non sono riusciti a spingere il loro candidato Sindaco oltre il 50% per solo il 4,11%. Il ballottaggio è stata un’altra partita dove è prevalso l’aspetto personale e va dato atto ad Andrea Ballarè di aver conseguito una vittoria formidabile pur senza apparentarsi con altre liste. La posizione dell’UNIONE DI CENTRO nell’attuale scenario politico cittadino sarà quella di lavorare come sta già facendo da tempo affinché i moderati che si riconoscono in alcuni temi a noi particolarmente cari quali la famiglia e la persona, come centro di attenzione dell’attività politica, si riuniscano in un’unica casa comune che così come noi auspichiamo sia parte di un grande partito popolare su scala nazionale. In base a questi presupposti è d’obbligo dire che saremo interlocutori attenti e rispettosi di tutte le forze politiche in campo a prescindere dal colore dei vessilli ma sicuramente cercheremo di dialogare con maggiore attenzione con quella parte del P.D., già facente parte della MARGHERITA, più vicina a noi così come con il P.D.L. con il quale siamo parte in Europa del Partito Popolare Europeo nella speranza che il “Berlusconismo” e una parte della classe dirigente ormai logora vengano archiviati. Il dialogo, tuttavia, non deve essere funzionale e imminente alle sole elezioni altrimenti è sterile ma deve nascere con il tempo per andare incontro alle esigenze dei cittadini e per trasformare le richieste di questi ultimi in una proposta politica concreta. Queste considerazioni devono essere lette, a mio parere, con particolare attenzione perché il posizionamento dei moderati sarà determinante anche per le prossime tornate elettorali e le principali forze politiche in campo se non vorranno soccombere non potranno prescindere da ciò".