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Ancora ferme le borse di studio per medici specializzandi nonostante la pandemia

Dichiarazione del consigliere regionale Domenico Rossi (Pd)
Domenico Rossi

Novara - Riceviamo e pubblichiamo dal consigliere regionale Domenico Rossi, vice presidente della Commissione Salute in Regione ed esponente di spicco del Pd novarese: "Nemmeno l’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia scuote la maggioranza al governo del Piemonte che ancora una volta boccia l’emendamento al bilancio che chiede l’aumento delle borse di studio per medici specializzandi. Nella Commissione Bilancio di ieri pomeriggio il centrodestra ha dato parere negativo su tutti gli emendamenti proposti dall’opposizione nel merito del bilancio di assestamento. Il solito muro alzato da chi governa la nostra regione nonostante la volontà di collaborazione dimostrata dalla minoranza in un contesto tanto difficile come quello che stiamo vivendo. Chiedevamo di aumentare le borse regionali per fare in modo che il Piemonte si avvicinasse ai numeri delle altre regioni: la Sardegna 149, la Toscana 132, la Campania 120, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna tutte oltre le cento. Il Piemonte 15! Chi governa decide di scrivere da solo il documento finanziario rifiutando ogni suggerimento anche quello sull’aumento delle borse di studio per medici specializzandi, una correzione minima e necessaria per rinforzare il nostro sistema sanitario. Una scelta opposta a quella del Governo che per l’anno 2020 ne finanzia 14.980 (+ 6387; +75% rispetto al 2019) in tutta Italia proprio per rinforzare il sistema sanitario in questa situazione di emergenza. Non ci diamo per vinti, riproporremo ancora una volta l’emendamento in vista del bilancio di previsione, ma la speranza che la maggioranza comprenda l’importanza di tale investimento sul futuro della sanità regionale è ormai ridotta al lumicino. Il sovraccarico del sistema causato dal Covid ha reso palese quello che denunciamo da mesi: la carenza di medici sul territorio che è destinata a peggiorare nei prossimi anni per effetto, da una lato dei pensionamenti, considerata l’età media dei medici attualmente al lavoro, dall’altro dell’imbuto formativo che blocca migliaia di laureati in medicina a cui viene negato l’accesso alla specializzazione. I proclami sul potenziamento del territorio e sull’aumento dei posti letto sono solo parole al vento se non si investe sulla formazione degli operatori sanitari".