Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Daniele Andretta, candidato sindaco: "Assistere al botta e risposta a mezzo stampa sulla “questione morale” fra Andrea Ballarè, Sindaco uscente ed Alessandro Canelli, candidato della destra, lascia a dir poco sbigottiti. Il primo accusa il secondo di aver candidato nelle proprie liste persone condannate o rinviate a giudizio, il secondo tira fuori le storie di nomine di parenti e collaboratori nella professione; un malcostume che avevamo avuto modo più volte di segnalare e purtroppo non certo una novità! Tutto questo a sei giorni dal voto, come se la “questione morale” (posta in questi termini beceri peraltro), fosse tema esclusivamente ad uso e consumo della campagna elettorale. Noi, come moltissimi nostri concittadini, non possiamo che prendere atto di questi scontri che, nella sostanza, lasciano il tempo che trovano e sono la dimensione del nulla dal punto di vista politico della proposta dei nostri avversari. Se il sistema dei partiti ha prodotto questi risultati è davvero venuto il momento che questo sistema cambi. Peraltro ci chiediamo dove fossero tutti questi paladini della trasparenza quando il nostro movimento denunciava la scarsa chiarezza su questioni tipo Agognate, Nord Ovest Parcheggi, Teleriscaldamento, Sun, o sui documenti della Corte dei Conti nascosti al Consiglio comunale... Erano tutti evidentemente girati altrove e preoccupati solo di... non disturbare il manovratore! Il Movimento Civico Io Novara ha affrontato al contrario la questione con molta serietà, considerando i temi della giustizia e quelli dell’opportunità (dato atto che nessuno può essere privato dei diritti politici, costituzionalmente garantiti, finchè il contrario non sia stabilito da una sentenza dei tribunali). Un dibattito interno che ci ha consentito di proporre “liste pulite” (anche attraverso qualche dolorosa rinuncia di persone in gamba, che hanno preferito farsi da parte per chiarire la propria posizione una volta per tutte) e di proporre criteri di merito per la composizione della giunta e l’attribuzione degli incarichi. Noi crediamo che questo sia il modo giusto per affrontare un tema tanto delicato, non la sbandierata ed inesistente “diversità” proposta dai nostri avversari; ma nemmeno il qualunquismo colpevole ed opportunista di chi è sempre in prima linea nella predica, ma finisce in fondo alla classifica perché “razzola” male".