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Novara - Tra i vari interventi nel Consiglio comunale di insediamento del nuovo sindaco Alessandro Canelli nella serata di mercoledì 6 luglio al Teatro Faraggiana, è da sottolineare quello di Daniele Andretta (Io Novara): "Iniziamo salutando tutti i presenti e facendo i migliori auguri di buon lavoro al sindaco, alla giunta ed a tutto il consiglio comunale. Siamo qui in questo bellissimo teatro ed è giusto essere orgogliosi e felici. Un teatro che riprende vita è un momento importante per una città, per tutto quello che ciò rappresenta dal punto di vista culturale e lasciatemi dire di questi tempi anche economico… La scelta di fare qui il consiglio comunale, il primo di questo mandato, è indubbiamente simbolica e non possiamo che approvarla. e possiamo anche parlarne, di questo simbolo. Questo teatro rappresenta indubbiamente storia, tradizione, ma anche il fallimento: il fallimento di ben due amministrazioni che hanno cercato di riaprirlo senza riuscirvi, ed una vittoria, ovvero quella di molti cittadini, che l’hanno strappato all’incapacità, all’insensibilità, all’incuria della politica dei partiti e se ne sono riappropriati, con un progetto che mi auguro vincente, finalmente, e che per quel che ci riguarda avrà tutto il nostro sostegno. Credo che oggi il Faraggiana rappresenti la pagina più bella di quel civismo che noi abbiamo voluto coinvolgere e portare sugli scudi in campagna elettorale e che certamente rappresenta una novità nel panorama politico Novarese. Partendo dal nulla, abbiamo costruito un movimento che oggi ha una rappresentanza importante in consiglio comunale e che è riuscito a trovare sulla propria strada l’appoggio di formazioni politiche che hanno fatto la storia di questa città, come Forza Italia, e che oggi rappresenta insieme a noi il 14 per cento dell’elettorato cittadino. In campagna elettorale, consci della gravità del momento storico che si sta attraversando storico che si sta attraversando, avevamo più volte detto che “nessuno sarebbe stato in grado di governare e di farlo bene, da solo”. Questa amministrazione invece fin dal suo insediamento, ha deciso di fare esattamente il contrario, pur conscia di rappresentare solo il 31 per cento dei Novaresi, escludendo anche quelle forze che, come la nostra, avrebbero potuto portare, si ritiene tuttora, un contributo importante in termini di idee, supporto e progettualità. In questo scegliendo di comportarsi esattamente come l’appena trascorsa amministrazione che, anche per la sua solitudine al governo della città, non ha certamente brillato. Per parte nostra, oggi non possiamo che prendere atto di questa decisione, che appare priva di logica politica, autoreferenziale, poco attenta ai bisogni della città e del momento che stiamo vivendo. Una decisione che forse il sindaco non ha preso da solo, magari suggerita da chi ha una visione vecchia e superata delle logiche che dovrebbero governare una buona amministrazione. Concezione di un pensiero che guarda più alla contrapposizione fra correnti e fazioni che al principio più nobile ed elevato di Comunità. La nostra Comunità Novarese. Quella in cui ci stiamo stabiliti, abbiamo creato affetti, famiglia e progetti di vita. Da queste logiche di pensiero, che non ci appartengono, ci chiamiamo, volentieri fuori. Sperando che qualcosa possa cambiare. Quindi, Signor Presidente, noi saremo in questo consiglio comunale le sentinelle del buongoverno e della buona amministrazione, costruttivi, perché noi non vogliamo certamente distruggere, e anche senza preconcetti, senza nemmeno perdere mai di vista il punto di origine da cui siamo nati ed abbiamo iniziato il nostro percorso. Daremo spazio a tutti quelli che hanno creduto di rappresentare un modo nuovo di fare politica, anche coloro i quali sono rimasti esclusi pur avendo partecipato alla competizione elettorale, e che non hanno raggiunto il risultato della rappresentanza in Consiglio Comunale. Saremo portatori di un modo nuovo di far politica improntato sul civismo, sul confronto, sulla coerenza, per il perseguimento degli interessi locali che, in quanto tali, non sono da definirsi più di destra e nemmeno di sinistra, ma sono quelli più importanti, quelli di tutti i cittadini, quelli di tutti noi Novaresi".