Novara - “Yes Tav or Not Tav?": "Potrebbe essere un dubbio shakespiriano - spiega il consigliere comunale Daniele Andretta (Io Novara) - per il principe di Danimarca, ma in realtà è molto meno esistenziale ed è diventato una sorta di tormentone che, soprattutto in Piemonte, ormai recitano anche i bambini… anche quelli che sarebbero dovuti nascere dopo la caduta dell’ultima membrana di roccia che da Torino, o meglio dal Piemonte, porta a Lione e di lì ai mercati francesi e d’Europa. Sabato ho partecipato alla manifestazione indetta da Forza Italia a favore del progetto, quella manifestazione che dai giornali berlusconiani viene definito un successo “in piazza l’orgoglio azzurro sì Tav“ (il Giornale) o un flop assoluto “Forza Italia ridotta così - Piazze vuote figurarsi le urne” (Libero)… titoli che fanno riflettere, oltre che sulla posizione dei direttori di testata, sul gianofrontismo del “movimento” di Berlusconi che da una parte, come mi è già capitato di sottolineare, punta a farsi catalizzatore di tutto quel che c’è a centrodestra e dall’altra, per il sacro timore della perdita della cadrega, tende ad escludere tutto quello che non è Forza Italia (e quindi poca cosa davvero). Insomma sulla pelle di un grande progetto (la Tav) per il rilancio di tutta la regione e in particolare del novarese, che potrebbe (e dovrebbe) essere snodo principale sugli assi europei est-ovest e nord sud Forza Italia si gioca una partita interna e lo fa in maniera tutta sua secondo uno stile consolidato, almeno nella nostra regione. La vera discussione, anche in vista della manifestazione No-Tav dell’8 dicembre, dovrebbe essere un confronto di “civiltà e condivisione” che ci propone una domanda: ma perché più manifestazioni a favore e non una sola, di grande partecipazione in cui tutti i cittadini del Piemonte si potrebbero riconoscere sotto l’unica bandiera a favore della ultimazione della lunga galleria? Perché in un Paese civile ed evoluto (almeno così pensiamo di essere) c’è sempre la necessità di distinguersi… per contarsi, soprattutto per contarsi? La Tav è un’opera essenziale per lo sviluppo della nostra regione, il Piemonte è un territorio industriale e produttivo ed ha necessità di queste opere (ci metto anche il Terzo Valico) per svilupparsi, per tornare a produrre ricchezza. Senza opere come la Tav e il terzo valico il Piemonte rischia di finire su un binario morto, di essere senza prospettive, di essere tagliato fuori dalle grandi direttrici dello sviluppo si ha bisogno di una spinta forte, in primo luogo ha bisogno della Tav, credo che questo sia il pensiero tout court che dovrebbero avere i piemontesi a cui è caro il proprio territorio. Il Piemonte, non può accettare la decrescita, e soprattutto i NO a tutto; si deve reagire e costruire un nuovo modello di sviluppo. E questo vale anche per il Paese che vuole risollevarsi, avere nuovi posti di lavoro e costruire sviluppo e benessere e non assistenzialismo e reddito di cittadinanza. Interessante il sondaggio realizzato da Ipsos per «Corriere della Sera» (17 novembre 2018) presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne evidenzia nel rapporto che sulla TAV recita: “in questo caso la convinzione dell’utilità è massiccia: il 59% ne vuole il completamento, solo il 19% gradirebbe vederla bloccata, gli altri non si esprimono. Gli elettori della Lega sono nettamente schierati (70%) per la conclusione del corridoio dell’Alta Velocità. Ma il dato sorprendente è che anche tra gli elettori M5S, per quanto la maggioranza relativa (45%) opti per il blocco, una robusta minoranza (39%) si schieri per la sua realizzazione”.