Novara - Nel giorno in cui il Comune di Novara firma l’importante protocollo di intesa con le organizzazioni sindacali grazie al quale si pongono le basi per un metodo innovativo di concertazione sui temi fondamentali della vita amministrativa (sviluppo, welfare, politiche di bilancio, politiche giovanili, scuola), il sindaco di Novara Andrea Ballarè torna sulla questione della pianificazione urbanistica, in particolar modo per quanto riguarda le scelte sulle aree di insediamento industriale.
«Sentiamo ripetere – dice il sindaco – un ritornello nel quale taluni si sono molto esercitati negli ultimi mesi, forse alla ricerca di visibilità sui giornali. Un ritornello, piuttosto stonato, con in quale viene chiesto al Comune di Novara di decidere in merito alle aree industriali. Mi pare che questo continuo tentativo di tirarci per giacca – prosegue il sindaco – sia proprio fuori luogo. Si pretende che questa amministrazione, insediata a giugno, faccia in otto mesi ciò che la giunta Giordano non ha fatto per Novara in dieci anni. Come se le scelte urbanistiche che influenzeranno il futuro del città non per qualche settimana, ma per decenni, potessero essere prese nella pausa pranzo. Si imputa a noi un immobilismo inconcludente che invece, come è evidente a chiunque, è stata per un decennio la cifra di chi ha governato prima di noi. Voglio quindi dire con chiarezza – aggiunge ancora Ballarè – che queste accuse non hanno alcun fondamento. Il tema degli insediamenti produttivi ha impegnato dal primo giorno la nostra agenda. Ce ne siamo occupati però non superficialmente o in modo propagandistico, ma con la coscienza di avere a che fare con operazioni di grande delicatezza per la città. Stiamo parlando di insediamenti di milioni di metri quadrati, non di un sottotetto. Il problema non è la localizzazione – continua Ballarè – sulla quale non abbiamo pregiudiziali o preferenze. I problemi sono il livello qualitativo delle infrastrutture, l’impatto sul sistema urbano e sugli equilibri del territorio, i saldi reali dal punto di vista occupazionale. Il punto non è fare qualcosa, pur di fare. Il problema è fare bene. Perché non va dimenticato che l’obiettivo finale è favorire lo sviluppo di Novara, e creare posti di lavoro. Gli insediamenti industriali sono certamente un fattore positivo in questa direzione, ma non sono di per sé il fine ultimo. Se le aree, come è accaduto sino ad oggi in questa città, rimangono vuote, è chiaro a tutti che non servono assolutamente a nulla. Le aree industriali in questa città sono andate in progressiva dismissione, in alcuni casi si sono rilocalizzate, ancora peggio quando realizzate sono rimaste vuote o sottoutilizzate, incapaci di offrire veri spunti di rilancio e crescita occupazionale. Così non servono a nulla ! Si tratta di trovare un equilibrio di grande qualità tra le ragioni del sistema produttivo e la visione urbana e territoriale che siamo in grado di offrire come sistema, come insieme, sul piano infrastrutturale, architettonico, ambientale e dei servizi. Conoscere a fondo per decidere meglio. Altro che lungaggini! Sono infatti totalmente infondate anche le polemiche sui presunti tempi lunghi. Se ci si riferisce ai piani di insediamento nell’area ovest, posso rassicurare tutti: la procedura sta proseguendo così come previsto dal bando che l’amministrazione di centrodestra aveva impostato. Solo in questi giorni stanno per essere consegnate le relazioni conclusive della commissione che ha valutato i progetti presentati. E quindi solo ora la parola passa alla politica. E proprio lunedì prossimo è convocata presso la Provincia di Novara, una importante riunione che si occuperà di questo argomento. Noi stiamo lavorando – conclude il sindaco – e lo stiamo facendo con serietà e decisione, con chiarezza di intenti e con trasparenza. E per raggiungere l’obiettivo siamo pronti a collaborare con tutti. Voglio augurarmi che tutta la tensione operativa dimostrata in questi ultimi giorni da Provincia e Regione si tramuti in efficienza e rapidità decisionale e amministrativa il giorno (molto vicino) uin cui le nostre scelte arriveranno sui tavoli decisionali di loro competenza».