Novara - Ci scrive Isabella Arnoldi, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Cabrino, a proposito di banca e dei sogni infranti. "E' brutto veder infrangersi i sogni... Soprattutto per chi questi sogni li ha avuti davvero. Ebbene avevamo un sogno... Senza scomodare Kennedy o il più modesto Veltroni di casa nostra con ormai stucchevoli citazioni tanto care alla sinistra salottiera. Ribadisco avevamo un sogno.... Un manipolo di ragazzini (oggi si è giovani sino a 50 anni, dunque è lecito a 30 considerarsi ragazzini) finito per sorte, ed ovvio per consensi, alla guida di Novara credette ad un certo punto che una banca, la nostra banca, potesse, grazie alla sua autonomia, indirizzare i destini della città, proiettandola in un futuro ricco di opportunità e promesse non certo vaghe. In fin dei conti si era in un nuovo millennio, ormai nella seconda Repubblica, in un contesto politico e culturale aperto, foriero di straordinarie sollecitazioni... Novara porta d'Europa, la città in cerca di un nuovo posizionamento nel contesto nazionale e regionale - quante battaglie contro il torinocentrismo sinistroide - il problema della resistenza alle sirene della metropoli lombarda (così carezzevole e infingardamente avvolgente)... Ebbene ma noi avevamo la nostra banca e dunque una ragione in più per resistere. Non il "abbiamo una banca" di dalemiana memoria, ma una banca vocata alla crescita di un territorio ricco per sua natura, storia e tradizione, d'inventiva ed innovazione... Una banca in grado di stampellare la crisi ormai imminente, capace di coccolare le aspettative di un'imprenditoria magari culturalmente acerba, ma straordinariamente vivace. Ebbene il sogno si è infranto fra fusioni ed incorporazioni, tanto che la banca dei nostri sogni davvero non c'è più. Resistono personalismi, vaghe promesse, un nutrito numero di azionisti delusi, magari un'assemblea giusto per far lavorare un po' albergatori e ristoratori... Ma del sogno non v'è ormai più traccia, nemmeno delle promesse. L'attuale amministrazione comunale assiste impotente e forse drammaticamente complice, ingessata com'è nella sua incapacità di programmare, proporre, addirittura pensare tanto è nulla la capacità propositiva... Un infantilismo politico imbarazzante, che alimenta sentimenti negativi come l'antipolitica che si combatte a parole ma si carezza nella sostanza. Il nulla che fa crescere il nulla. Mentre nessuna voce si leva contro lo scippo, il depauperamento di un territorio che avrebbe meritato ben di più. La banca, la nostra banca non c'è più. Questo è quanto e forse anche in questo caso il resto è noia".