Novara - «La possibilità che del mais contaminato da tossine cancerogene possa essere utilizzato per alimentare le centrali biogas è una cosa che fa rabbrividire. Il territorio di Novara è costantemente minacciato da interventi nel campo ambientale che rischiano di compromettere seriamente la salute dei cittadini. È ora che le istituzioni mettano la parola fine a questo scempio». Questo il commento di Fabrizio Barini coordinatore provinciale degli Ecologisti Democratici di Novara alla notizia che Regione Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno proposto di dirottare verso gli impianti di biogas dell’area padana circa 350mila tonnellate di mais contaminato, per produrre elettricità e calore. Secondo fonti di stampa quasi un terzo del mais italiano prodotto nel 2012 è cancerogeno e per questo è rimasto fuori dal mercato alimentare. Colpa della contaminazione da aflatossina B1 prodotta dalla muffa e inserita dallo Iarc (International agency for research on cancer) in Classe 1, cioè sicuramente cancerogena per l’uomo. L’anno scorso l’aflatossina B1 ha raggiunto concentrazioni superiori ai 20 ppb – questo il limite imposto dalla legge – nel 30% del mais, rendendolo inadatto a nutrire uomini e animali. A far nascere le aflatossine è stata la grande siccità della scorsa estate.
«Il Piemonte sembrerebbe essere estraneo a questa ipotesi di contaminazione – continua Barini – ma il rischio non può essere escluso. In provincia di Novara sono attivi 14 impianti di biogas alimentati da prodotti agricoli tra i quali il mais. Il solo impianto che sta sorgendo a Mandello Vitta ne consumerà decine di migliaia».
Il primo responsabile della salute è il Sindaco. «Ci auguriamo – continua Barini – che i primi cittadini dei comuni interessati dalla presenza di impianti vorranno effettuare le opportune verifiche circa la qualità del mais utilizzato nelle centrali. Un indagine che crediamo non sarà particolarmente complicata per il Sindaco di Mandello visto che tra i futuri fornitori della centrale ci sono dei componenti della sua amministrazione. Presenterò un interrogazione in Provincia – conclude Barini – ovvero l’ente che ha rilasciato le autorizzazioni per conoscere l’orientamento dell’amministrazione circa i rischi derivanti dall’utilizzo di mais contaminato nelle centrali attive sul nostro territorio».