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Binatti, Canelli e Lanzo sulla manifestazione No Green Pass

Riccardo Lanzo

Novara - Alcune considerazioni sulla manifestazione No Green Pass svoltasi la sera di sabato 30 ottobre a Novara.

"Un’iniziativa che ha dell’inspiegabile, una scelta irrispettosa e massimamente scorretta che non ha, a mio parere, nessun tipo di giustificazione". E’ il commento del presidente della Provincia Federico Binatti a proposito del corteo nopass del 30 ottobre a Novara, durante il quale i partecipanti hanno indossato baveri a strisce verticali per paragonarsi ai deportati dei lager. "Chi ha inscenato questa protesta davvero vergognosa – commenta il presidente – dimostra di non conoscere assolutamente la Storia: nel 2021, in Italia, queste persone sono libere di esprimere il proprio dissenso anche inscenando un corteo delirante, mentre chi è stato deportato e ucciso nei lager non era libero di manifestare la propria opinione o veniva discriminato per questioni di tipo razziale. Paragonare una scelta personale a quelle tragiche situazioni, denota la totale assenza di consapevolezza rispetto a fatti mai dimenticati e che sono tuttora una ferita aperta per il nostro Paese e per il mondo intero. Con questa forma di protesta davvero raccapricciante e dalla quale tutti, Istituzioni e cittadini, in queste ore stanno prendendo le distanze in maniera ferma, queste persone dimostrano solo irresponsabilità e inciviltà e sono lontane anni luce dal principio democratico e costituzionale della libertà di opinione in nome del quale pensano di agire".

In merito alla manifestazione “No Green Pass” che si è svolta nel pomeriggio di sabato a Novara, il Sindaco Alessandro Canelli dichiara quanto segue: "Paragonare una posizione ideologica relativa ad un vaccino e ad un green pass alla pagina più tragica della nostra storia e a persone che sono state deportate, umiliate, torturate, annientate psicologicamente e assassinate è a dir poco vergognoso. Esprimere le proprie idee e il proprio pensiero è non solo giusto, ma anche un diritto sancito dalla Costituzione. Quindi nulla da dire sulla possibilità di manifestare il dissenso al Green Pass, ma ci sono limiti che non dovrebbero mai essere superati e soprattutto non attraverso la violenza. Perché di questo si tratta, di violenza psicologica che va condannata con forza esattamente come la violenza fisica. Chi vuole manifestare deve prima di tutto mostrare rispetto per gli altri e per la nostra storia. Tra l’altro nella nostra città il 90% delle persone ha deciso di aderire alla campagna vaccinale a tutela di se stessi e degli altri. Alla manifestazione di sabato c’era una piccola parte di quel 10% mancante che non si è sottoposto al vaccino per svariati motivi. Stiamo parlando di numeri molto bassi, di poche persone che purtroppo, però, hanno portato nella nostra città una protesta inaccettabile per come è stata messa in scena. I manifestanti non potevano scegliere modo peggiore per esprimere una posizione sulla quale si può o meno essere d’accordo ma che non doveva diventare causa di vergogna e di polemica nella nostra comunità".

In merito alla manifestazione “No Green Pass” che si è svolta nel pomeriggio di sabato a Novara, il consigliere regionale Riccardo Lanzo, vicecapogruppo Lega Salvini Piemonte, condanna nella maniera più netta quanto accaduto. “Non metto in discussione il diritto di ciascuno di manifestare liberamente il proprio pensiero, un diritto garantito dalla Costituzione, ma paragonare l'attuale necessità di esibire il green pass a una delle pagine più tragiche e dolorose della nostra storia, non può essere accettato. Quanto è accaduto a Novara è un fatto vergognoso, da cui è necessario prendere le distanze con forza e sono da stigmatizzare i pochi partecipanti che hanno messo in scena la terribile analogia". Lanzo appoggia la posizione del direttore generale dell'Aou Maggiore della Carità di Novara Zulian che ha condannato la posizione dell'organizzatrice Giusy Pace, sanitaria della struttura, e che ha annunciato provvedimenti. "Mi impegnerò in Consiglio Regionale - aggiunge Lanzo - affinché l'Ente, garante dei diritti di tutti i cittadini piemontesi e tra questi quanti appartengono alla comunità ebraica, possa chiedere un risarcimento per il danno d'immagine causato. La notizia è divenuta nota a livello nazionale e non solo: occorre tutelarsi in sede civile e penale. La città e la regione non possono sentirsi rappresentate da quella manifestazione: la maggioranza dei cittadini è responsabilmente vaccinata e rispetta le regole legate a questa emergenza sanitaria che tanto ha provato la nostra comunità e l'intero Paese".