Novara - "La legge approvata dal Senato è una legge di civiltà. - afferma la dott.ssa Rossella Marzi, Direttore SC Terapia del Dolore AOU Novara, Coordinatore Rete Terapia del Dolore Regione Piemonte - Da oggi ogni persona maggiorenne, in previsione di una eventuale futura incapacità ad autodeterminarsi potrà, attraverso le Dat, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari. Sono convinta che questa legge rafforzi l'alleanza terapeutica medico - paziente perché garantisce il diritto di cura fino a quando tale diritto può essere esercitato, rispettando sia la libertà di chi vuole essere tenuto in vita il più a lungo possibile, sia quella di chi intende essere parte attiva nel decidere del proprio fine vita".
Questa invece la dichiarazione di Nathalie Pisano, dell'associazione Adelaide Aglietta: "Finalmente il Parlamento italiano approva la legge sul testamento biologico e gli italiani potranno scegliere della propria vita dignitosamente e fino in fondo, così come già possono fare i cittadini di tredici Paesi europei. E' un risultato di cui bisogna dare atto a questo governo ma che arriva dopo un percorso tortuoso ed estenuanti anni di iniziative in cui si è cercato di sfondare il muro del silenzio e dell'indifferenza. Dopo le dolorose vicende di Piero Welby, Eluana Englaro, Dominique Velati, Dj Fabo l'80% degli italiani si è dichiarato favorevole al biotestamento e la politica, benchè in ritardo di 33 anni rispetto alla prima proposta di legge, ha dovuto discuterne. Adesso che la legge è stata approvata, è necessario che venga istituito il registro nazionale e che i comuni istituiscano gli appositi registri comunali in cui i cittadini che lo vorranno potranno depositare le proprie disposizioni anticipate di trattamento così da renderle ufficiali. Nel 2009, con l'Associazione Coscioni e grazie alle sottoscrizioni di centinaia di novaresi, presentammo una proposta di delibera di iniziativa popolare per chiedere al consiglio comunale di Novara di istituire il registro: la maggioranza leghista a guida Giordano bocciò la proposta come un salto in avanti inopportuno in mancanza di una legge nazionale. Ora che la legge è stata approvata non ci sono più alibi".