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Bona e quel referendum approvato in Lombardia

Novara - Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni del segretario provinciale della Lega Nord, Luca Bona: "L'approvazione da parte del Consiglio Regionale della Lombardia della Legge Regionale che istituisce un referendum per chiedere maggiore autonomia della regione, rappresenta un precedente politico molto importante, non tanto per la ricaduta diretta della consultazione, che prevede un lungo ed incerto percorso, ma sull'ampiezza del consenso politico sul tema dell'autonomia, che ha visto il voto favorevole di Lega, FI, Movimento 5 Stelle e parte del PD. In un periodo in cui si discute di alleanze basate sulla spartizione del potere, una posizione territoriale comune, assunta dall'Assemblea elettiva della regione più importante è un dato su cui ragionare. L'approvazione del referendum, modalità scelta per ottenere l'avvallo e il conseguente peso politico degli elettori, è giunta pochi giorni dopo i dati elaborati dalla CGIA di Mestre sul “residuo fiscale”, cioè la differenza tra quanto si versa e quanto si riceve (tabella in copertina). Dalla tabella il dato che risalta, a conferma di quanto diciamo da molti anni, è che: 1) chi risiede in Padania, in cambio di servizi da terzo mondo, paga quasi il doppio delle tasse di chi risiede altrove. 2) Quello che si mangia lo Stato nazionale italiano è 10 volte quello che resta alle amministrazioni locali per svolgere i servizi: amministrazioni e amministratori che la stampa del regime centralista invece addita come responsabili della crisi senza fine di questo paese fallito. Davanti a questi numeri, proseguire con l'esperienza dello Stato unitario centralista è il modo più certo per non avere più prospettive di futuro. La consapevolezza del significato di questi numeri oggettivi ha come unico risultato possibile quello di lavorare per accrescere quanto più possibile la sovranità dei territori, territori che oltretutto hanno economia e grandezze sufficienti a competere con le economie più evolute del continente (la Lombardia è con la Baviera la regione più economicamente forte d'Europa, nonostante l'Italia). Il passo del Consiglio Regionale lombardo, che segue i referendum su autonomia e indipendenza promulgati dal Consiglio Regionale del Veneto (contro cui si è opposto il Governo romano) deve essere un modello per chiunque faccia politica non per i posti ma per dare una prospettiva ai territori padano alpini. Le province lombarde appartenenti al territorio della Regione Piemonte, quindi Novara e Verbano Cusio Ossola, con la decisione della Lombardia, devono muoversi e non possono stare a guardare. I cittadini e le imprese dei nostri territori devono poter scegliere per il proprio futuro e le forze politiche, tutte, devono assumersi le proprie responsabilità aprendo una discussione politica non basata sui colori ma sulla convenienza delle nostre realtà, già gravitanti in Lombardia ma fortemente penalizzate per non farne parte amministrativamente. I tempi sono maturi, dimostriamo di esserlo anche noi: autonomia o indipendenza, Piemonte o Lombardia, facciamo interessi della nostra gente!".

Nella foto il grafico che mostra l'entità dei trasferimenti Stato-Regione.