Novara - Gigio Fasoli, titolare di Fasoli Piante, uno dei principali vivai non solo di Novara ma di tutta la provincia, aveva scritto nei giorni scorsi una lunga e dettagliata lettera nella quale si lamentava della scarsa attenzione dell'Amministrazione comunale per le attività produttive locali. In particolare affermava: «L’amministrazione comunale di Novara ha talmente osteggiato i nostri progetti di sviluppo, che ci siamo visti costretti a studiare l’abbandono della nostra storica sede in Novara. Presentammo il progetto di rifacimento del nostro garden center nel 2010, l’intenzione era quella di rifare completamente la nostra azienda, che dopo 20 anni necessita un rinnovamento totale, con un incremento delle attività, anche per allinearci alle realtà europee: prodotti a km zero, attenzione al mondo del biologico posizionandoci all’avanguardia nel nostro settore. Essendo testardi e un po’ imprenditori, anziché chiudere e piangerci addosso, reagiamo all’andazzo esistente e il nostro progetto, che prevede addirittura una crescita di occupati, lo presentammo all’amministrazione precedente e poi di nuovo illustrato al sindaco Ballarè nell’aprile 2011 che, a parole, ci aveva rassicurato circa l’interesse suo e dell’amministrazione verso gli imprenditori ricchi di iniziative. A rinforzo dell’operazione comunicammo l’intenzione di riconvertire le strutture attuali in scuole nei paesi del terzo mondo, donandole all’associazione umanitaria senza destare alcun interesse. Nei fatti la pratica è ancora ferma, le uniche cose che si sono mosse sono state rivalutazioni di categoria e relativi aumenti esponenziali di tasse e balzelli. Pensiamo che chi è disposto ad investire oggi, meriti una medaglia e credevamo che un amministrazione concreta e vicina alla gente, volesse trovare soluzioni per incentivare le idee nuove, invece ci siamo scontrati, oltre che all’immobilità della pratica, con una ricerca, quando non addirittura all’invenzione, di falsi problemi, per non parlare delle minacce di rappresaglie. Le ultime news in ordine di tempo sono la comunicazione da parte dell’ufficio (in) competente di un presunto limite di legge che in realtà è stato superato da una legge successiva , “sfuggita” a chi di dovere. Ci siamo sentiti addirittura minacciare di rappresaglie da parte delle avvocatesse dell’amministrazione, contrariate per l’insuccesso all’uscita dell’udienza della commissione tributaria alla quale abbiamo fatto ricorso per l’ennesima gabella. La nostra tipologia di attività non è regolamentata, è avanti rispetto alla legislazione vigente e le soluzioni vanno “inventate”, non esistono soluzioni già fatte. Le leggi e i regolamenti sono fermi a decine di anni fa quando passavamo l’estate a strappare l’erba e non avevamo dipendenti; fossimo rimasti fermi, avremmo chiuso da anni, invece, lo spirito imprenditoriale ci ha spinti a sviluppare l’attività. La nostra azienda è cresciuta grazie al nostro lavoro per 11 ore al giorno sette giorni su sette e cercando di interpretare le esigenze della gente, abbiamo inseguito le avanguardie del mondo e del mercato, inventandoci lo sviluppo. Il mercato va avanti al contrario delle leggi che, a parte quelle ad personam o quelle relative a nuove tassazioni, rimangono ferme e superate dalla realtà. In questo modo, anziché morire, abbiamo ottenuto un discreto successo, diamo lavoro a 31 persone e versiamo allo Stato e/o Comune tra Iva ,Inps, Tarsu , Irpef Irap e altro 500-600.000 euro l’anno senza avere avuto da chi i soldi li incassa, nemmeno fogna e acqua potabile. C’è la crisi, c’è chi chiude, c’è chi sceglie di delocalizzare e chi peggio ancora si toglie la vita, noi vogliamo lavorare contribuendo al benessere della comunità. Oltre due mesi fa abbiamo scritto queste cose al nostro sindaco comunicando che in assenza di fatti concreti ci vedevamo costretti a delocalizzare in altro comune più sensibile. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta e quindi ce ne andremo. Un’attività non può morire perché l’apparato dorme. Stiamo lavorando per trasferirci entro un anno e volevamo informarvi su tutto ciò. Ringraziamo per l’attenzione e salutiamo».
Non s'è fatta attendere la risposta da parte dell'Amministrazione comunale novarese. «Se dovessi cercare un titolo per questa vicenda azzarderei, credo con una sufficiente dose di efficacia, “incredibile”». Entra deciso nel cuore del problema, l’assessore all’urbanistica del Comune di Novara Marco Bozzola, sollecitato dalla lettura, su alcuni organi di stampa e sui principali social network, di una “invettiva” firmata da Gigio Fasoli, titolare del Garden center omonimo. «Un intervento – commenta Bozzola – davvero singolare, nel quale questa amministrazione comunale viene sostanzialmente accusata di inerzia, e ritenuta responsabile di un paventato spostamento della sede dell’azienda in un comune vicino, per non avere, secondo il signor Fasoli, soddisfatto le sue richieste in ordine a progetti di espansione dell’azienda stessa. Per capire meglio questa storia – prosegue Bozzola – è opportuno ripercorrere almeno sommariamente l’iter di questa pratica. Un iter cominciato quasi quattro anni fa. L’azienda del signor Fasoli presenta infatti il 12 dicembre 2008 una richiesta di ampliamento della propria superficie di vendita. La domanda presentata compie il previsto iter, al termine del quale gli uffici rilasciano un parere favorevole, pur segnalando e chiedendo di risolvere taluni problemi relativi a determinate porzioni della struttura. Dopo alcuni mesi, Il 2 novembre 2009, il signor Fasoli cambia idea: rinuncia a proseguire l’iter e ritira l’istanza. Trascorre un altro anno, e il 6 dicembre 2010 l’azienda ripresenta una nuova istanza, più complessa, assai più interessante dal punto di vista progettuale, che si basa sull’idea di sostituire completamente i manufatti edilizi esistenti con una nuova struttura. Un progetto che non esito a definire di qualità. Trascorrono altri mesi, e siamo all’estate del 2011. Si insedia la nostra amministrazione, che entra formalmente in carica a metà giugno. A fine 2011, il signor Fasoli ci chiede un incontro, che si svolge regolarmente. Ascoltiamo, prendiamo atto, registriamo osservazioni e proposte. Il progetto prosegue linearmente il suo iter. Vengono acquisiti i pareri necessari (Ambiente, Soprintendenza archeologica, Commercio, Lavori Pubblici, Asl, Acqua Novara e Vco, Polizia municipale, Progettazione strade, Mobilità). Il 14 febbraio di quest’anno arriva l’ultimo parere richiesto, quello dell’Amministrazione Provinciale, sul tema delle modifiche della viabilità: il Garden si affaccia sulla Strada Statale 11, e quindi la competenza per le modifiche richieste allo snodo di accesso all’area commerciale sono di competenza della Provincia».
L’assessore Bozzola prosegue: «Siamo a fine marzo di quest’anno, tre mesi fa. Gli uffici comunali chiedono alla azienda Fasoli una ulteriore documentazione relativa ad aspetti che attengono la disciplina del commercio, ed in particolare alle normative contenute nella legge 296 del 2006. La risposta arriva il 13 aprile 2012, due mesi fa. Nella lettera diffusa alla stampa – commenta Bozzola – Fasoli lamenta lungaggini e pastoie burocratiche. Mi rendo conto che quello che abbiamo attraversato è un percorso abbastanza articolato e anche relativamente lungo. Ma voglio invitare tutti, con un paradosso, a considerare che si sta valutando non la mansarda di mia nonna, ma un progetto complesso, per una struttura che si affaccia su un asse viario molto trafficato, con interferenze e temi urbanistici ed edlizi non semplici da risolvere. Ha ragione infatti Fasoli a dire che per questo genere di attività la legislazione è arretrata. Ma quel percorso si è concluso. Ed ora posso confermare che attenderemo il signor Fasoli al ritiro del permesso di costruire. Sempre che non abbia preso altre decisioni per ragioni che non dipendono dall’amministrazione comunale. Noi siamo comunque soddisfatti per aver portato a termine un iter che ci ha consentito di approfondire una serie di tematiche, aprendo una possibilità concreta per il futuro per tutti quelli che vorranno realizzare o adattare strutture per attività analoghe. Ci tengo a sottolineare – aggiunge Bozzola – che questa amministrazione in meno di dodici mesi ha preso in carico, portato avanti e concluso in assoluta trasparenza un percorso iniziato quattro anni fa. Non credo proprio che ci si possa accusare di aver dormito».