Novara - "Il progetto di Partenariato Pubblico Privato per la costruzione del nuovo ospedale - commenta Carla Cavagna, portavoce di Medicina Democratica - è oggi presentato come grande opportunità e prospettiva di sviluppo per il territorio novarese. Non si sottolinea, però come la partecipazione finanziaria privata del 70% (pari a 220 Milioni di € su un totale di oltre 300 Milioni) porterà a un aggravio dei costi di 160 milioni, dovuto al pagamento di salati interessi, che ricadranno sulle casse dell'Azienda ospedaliera novarese per i prossimi 26 anni. Non era l’unica scelta, si poteva procedere utilizzando in prevalenza fondi pubblici reperiti attraverso la vendita dei terreni agricoli e immobili in centro città di proprietà dell’Ospedale e procedere a progetti da subito definiti e certi nei costi. La scelta del Partenariato Pubblico Privato è applicata anche per le apparecchiature biomedicali. L’Ospedale di Novara ha fatto un contratto di Partenariato Pubblico Privato per le apparecchiature biomedicali per 9 anni. Si tratta dellafornitura di beni e servizi totalmente diversi tra loro: l’affitto di persone, la fornitura di apparecchiature, di software e l’esecuzione di lavori edili che avrebbero dovuto essereacquistati dall' Ospedale tramite gare pubbliche separate. Il mercato delle attrezzature biomedicali prevede, oltre alla garanzia iniziale della durata di qualche anno, il servizio di assistenza tecnica. Per questo un intermediario non serve e non migliora in nessun modo la qualità del servizio di assistenza fornito, però permette all’operatore privato di fare pagare all'Ospedale, e quindi a tutti noi, gli apparecchi biomedicali il triplo rispetto ai prezzi di mercato. Queste scelte porteranno a un indebitamento del sistema sanitario piemontese, premessa per procedere alla privatizzazione selvaggia. La difesa e la promozione della salute non può essere affrontata solo con la costruzione di un nuovo ospedale. Occorre subito risolvere problemi urgenti: la carenza di personale ospedaliero in particolare dei medici; il pensionamento di centinaia di medici di base con tantissimi pazienti che rischiano di restare scoperti. Anche la prospettiva di Autonomia Regionale Differenziata portata avanti da alcune Regioni e che il Governo vuole attuare porterà a venti sanità completamente differenti, alla cancellazione dei Livelli Essenziali di Assistenza che devono essere resi disponibili a tutti i cittadini che invece cambieranno in base alle decisioni delle singole Regioni, contratti di lavoro diversificati che ridurranno ulteriormente gli operatori sanitari. Solo una legge nazionale e un contratto nazionale valido per tutti i medici di famiglia ha impedito alla Regione Lombardia di cancellare la figura del medico di base e di consegnare la salute ai gestori privati. Invece di grandi opere Medicina Democratica- Movimento di lotta per la salute pone al centro delle sue lotte: la centralità della prevenzione primaria:promozione della salute e dell’ambiente salubre in tutti gli aspetti della vita e del lavoro e la prevenzione secondaria attraverso difesa e promozione della sanità pubblica accessibile a tutte e a tutti, senza vincoli di cittadinanza".