Novara - Questo l'intervento di Edoardo Locarni, coordinatore MGP Est Sesia – responsabile organizzativo provinciale MGP Novara, all'ultimo congresso della Lega Nord.
"Vorrei con questo mio intervento soffermarmi alla situazione generale. Mi espongo come coordinatore di sezione del movimento giovanile per eccellenza, un movimento che nella sua essenza ha uno spirito militante e non si segrega in sedi di partito a litigare per la poltrona di turno. Un movimento forte e coeso non solo perché a partire dai suoi esponenti più alti quale il presidente federale Paolo Grimoldi ed il coordinatore nazionale Davide Cavallotto sono persone limpide e trasparenti ma anche tutti i coordinatori di sezione sono ragazzi responsabili capaci di mantenere gruppi senza ‘’pecore nere’’ cioè senza ragazzi con l’avidità di far parte di un gruppo solo ed esclusivamente per ottenere favori politici o lavorativi. L’organizzazione di un gruppo giovanile come i giovani padani è data dalla lungimirante visione di Umberto Bossi che fin dal principio ha voluto creare un movimento di ragazzi lontano da logiche partitiche in grado di lavorare autonomamente rendendolo avanguardia di una politica movimentista che riesce a tramutare i pensieri e le idee dei giovani in azione grazie alla grande dinamicità intrinseca ad esso. Il sentimento di antipolitica che serpeggia e si annida come un tarlo nelle menti dei giovani di oggi è agevolato dalla non consapevolezza dei ragazzi di un fattore di straordinario rilievo: se vuoi il cambiamento devi lavorare per esso e non puoi pensare di far finta di niente! Qui si arriva ad un nodo cruciale del discorso ed ad una domanda alla quale si può rispondere con estrema facilità, bisogna avere il coraggio di farlo. Come si può cambiare? Bisogna fare una premessa, in un qualsiasi movimento la forza la fanno i numeri e la qualità, per avviare un processo di questo tipo ogni giovane deve essere consapevole di questo. Il cambiamento arriva dal basso e se si può ritenere la premessa pocanzi riportata valida e condivisibile bisogna cercare uno strumento per attuarlo. Qual è lo strumento? Lo strumento è il movimento dei giovani padani, una realtà che permette al giovane che profonde volontà ad ampliare le sue qualità e lo aiuta a rafforzarle. Il cambiamento è un treno che sta passando. Il biglietto per salire è il nostro bagaglio culturale e politico. Il controllore è l’antipolitica che ci vuole impotenti di fronte alla democrazia. In sintesi: non dobbiamo permettere al controllore di buttarci giù dal treno perché sprovvisti del biglietto.