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Convegno sulla mobilità: l'intervento del sindaco Ballarè

Novara - Questo il testo dell'intervento del sindaco di Novara, Andrea Ballarè, al convegno sulla mobilità svoltosi al Broletto sabato 6 febbraio: "Sono molto lieto di accogliere qui oggi, nel cuore antico di Novara, una platea così significativa di amministratori e di tecnici che hanno accolto il nostro invito per questo convegno. Voglio da subito ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione di questo evento, in Comune e a Nord Ovest Parcheggi. Un incontro, il nostro di oggi che assume un rilievo particolare, direi “nazionale”, non solo per la presenza di relatori e ospiti importanti, ma anche per il contesto in cui si colloca. Da settimane, ormai da mesi, siamo quotidianamente alle prese –  non più solo nella Pianura Padana – con il  grande problema dell’inquinamento da smog. Un problema serio, che tocca la salute di tutti noi e dei nostri figli. Un problema che può essere affrontato in molti modi. Si può scegliere di mettere insieme interventi di emergenza, tamponi che cercano di salvare il salvabile. Oppure si può provare a costruire politiche strutturali, che mirino ad eliminare o quantomeno a ridurre le cause del problema. È proprio quello che abbiano cercato di fare qui a Novara, con un percorso durato quasi due anni, provando a immaginare e a realizzare una riforma importante, che affronta alcuni dei nodi più significativi con cui hanno a che fare gli agglomerati urbani. Accennerò tra poco alla nostra esperienza novarese, a cui sarà dedicata la sessione pomeridiana del nostro convegno. Ma ci corre l'obbligo di una riflessione più generale, sulla scorta di quanto sta accadendo ancora in questi giorni. Gran parte del Paese anche nel 2015 è fuori dai parametri europeiper quanto riguarda l’inquinamento atmosferico e in particolare dai parametri stabili per il Pm10. Va tuttavia sottolineato che i dati  confermano un miglioramento della qualità dell’aria rispetto a un decennio fa, segno che bisogna proseguire nella realizzazione degli interventi strutturali in atto e perseguire con maggiore determinazione le politiche relative allo sviluppo del trasporto pubblico, il miglioramento della mobilità in ambito urbano ed extraurbano, l’efficienza energetica negli edifici pubblici e privati, il contenimento e il controllo delle emissioni da attività industriali. E’ altresì indispensabile che Governo e Regioni pianifichino e mettano in atto congiuntamente procedure condivise e "automatiche"per gestire situazioni emergenziali nel caso di picchi d’inquinamento atmosferico come quella verificatasi nel mese di dicembre 2015 e ripetutesi proprio in questi giorni. Come Anci abbiamo elaborato dieci punti che crediamo utili a dare una svolta alle politiche ambientali del Paese. 1. Individuare e stabilire con certezza risorse nazionali e regionali disponibili per il trasporto pubblico nei prossimi 5 anni in spesa corrente,  in modo da poter programmare correttamente servizi e sistemi tariffari, dando certezza ad aziende ed utenti, disincentivando contestualmente l’utilizzo dell’automobile privata. Stabilire quindi come obiettivo strategico del Paese la riduzione degli spostamenti automobilistici privati del 50% in ambito urbano. 2. Far ripartire gli investimenti nel trasporto pubblico locale fermi da anni; rilanciare i programmi per la sostituzione di bus obsoleti e a combustibile tradizionale, fermo restando la necessità di intervenire sulle infrastrutture per la mobilità sostenibile. 3. Utilizzare parte delle risorse della privatizzazione delle ferrovie per un forte rinnovo del parco treni locali e per incrementare le risorse per l’esercizio dei servizi ferroviari, in particolare servizi ferrioviari leggeri/urbani, regionali e di collegamento interregionale, dato l’enorme flusso di utenti pendolari nel tratto casa – lavoro o casa – scuola dalla periferia verso l’anello urbano, e in alcuni casi anche attraverso i confini tra una regione e un’altra. 4. Individuare una data limite oltre la quale non potranno circolare più, incentivandone la rottamazione, veicoli euro 0,1,2 e 3 indipendentemente dal carburante utilizzato, e in seconda battuta anche per gli euro 4. In alternativa, stabilire per tali veicoli l’obbligo di installazione di cosiddette “scatole nere” o supporti elettronici atti a monitorare e verificare il rispetto delle soglie limite prefissate di emissioni. Interventi importanti possono riguardare l’utilizzo di materiali innovativi (vernici e asfalti), coerentemente alla logica degli “acquisti verdi”, su strade e altre superfici urbane, altamente riflettenti e assorbenti per ridurre la sospensione nell’aria delle polveri sottili e, nella stagione più calda, favorire l’assorbimento dei raggi ultravioletti, riducendo l’effetto incrementale del calore e di formazione di ozono. 5. Accelerare l’individuazione di un limite temporale entro cui, parallelamente a quanto è già stato fatto negli ultimi mesi sul recepimento delle direttive sulla prestazione energetica degli edifici, prevedere la sostituzione delle tradizionali caldaie, con sistemi più efficienti come le caldaie a condensazione. L’utilizzo di tali tecnologie consentirebbe l’abbassamento delle concentrazioni di ossido e biossido di azoto del 10%. Supportare l’aggiornamento e l’adozione di regolamenti edilizi comunali che incentivino i privati a efficientare il proprio patrimonio, con particolare attenzione ai condomini, anche mediante l’utilizzo di strumenti finanziari ad oggi disponibili o costituiti ad hoc e utilizzabili da soggetti terzi Prevedere nei prossimi 36 mesi l’innovazione delle reti di illuminazione pubblica tramite sistemi ad alta efficienza. 6. Drenare in maniera qualificante e variabile sul territorio, gli investimenti nazionali e regionali dei prossimi dieci anni dalla realizzazione di nuove infrastrutture autostradali verso le infrastrutture di trasporto extraurbano pubblico individuando con gli enti locali le priorità nei prossimi 6 mesi. 7. Incrementare progressivamente gli incentivi dall’autotrasporto merci al trasporto merci su ferrovia. 8. ​Promuovere un coordinamento delle Regioni e degli enti locali della Pianura padana allo scopo di concertare azioni di lungo periodo e misure di immediata efficacia. Definire provvedimenti per affrontare le emergenze al fine di predisporre meccanismi “automatici” di intervento sul traffico dopo un periodo definito di sforamento dei limiti previsti, o misure di intervento regolatorio riguardante la temperatura degli edifici pubblici e privati, sulla base di un monitoraggio effettuato per fasce climatiche e in correlazione tra temperatura esterna e interna. 9. Favorire la realizzazione nei prossimi 30 mesi di reti di ricarica elettrica, a partire dai centri urbani, efficienti che forniscano l’indispensabile leva infrastrutturale allo sviluppo di servizi e alla riconversione del parco automobilistico, sia dei mezzi utilizzati per la mobilità privata in sharing, sia per la logistica merci, sia per le auto delle istituzioni e servizi pubblici. Accanto l’infrastruttura elettrica devono parallelamente essere potenziate finalmente con fondi adeguati (quelli che in questi anni non abbiamo mai avuto) le infrastrutture ciclabili e pedonali sicure. Dal punto di vista dei servizi, devono quindi essere previsti incentivi e cofinanziamenti per i biciplan, il bike sharing, l’utilizzo di mezzi sostenibili nei tratti casa –lavoro e casa-scuola. 10.​ Finanziare la realizzazione di infrastrutture e piattaforme dedicate alla logistica merci, a partire dalla sistematizzazione dell’esistente e dei servizi innovativi già presenti in molti territori, per una più efficacia distribuzione delle merci in città, in particolare relativamente ai collegamenti all’interno dell’anello urbano e in centro storico“ di ultimo miglio”, già sperimentati in numerose città metropolitane a seguito di finanziamenti nazionali". 

"Il progetto per la mobilità sostenibile della città di Novara - prosegue Ballarè - di cui parleremo in modo particolare oggi nel pomeriggio,   è uno strumento che abbiamo messo in campo per costruire una diversa e più efficace relazione con la città, esattamente nella linea che come Anci stiamo sostenendo. La vecchia organizzazione della sosta e della mobilità, non rispondeva più alle esigenze maggiormente sentite dai cittadini: riduzione della congestione, facilitazioni nella ricerca del parcheggio, agevolazioni tariffarie, recupero e riqualificazione degli spazi urbani. Per questo abbiamo deciso di trasformare lo status quo (che nessuna amministrazione aveva avuto il coraggio in oltre due decenni di modificare)  immettendo consistenti “iniezioni” di innovazione, con l’intento di far recuperare a Novara il terreno perso negli anni passati rispetto a città di dimensioni e caratteristiche analoghe. Più attenzione all’ambiente e più sicurezza per la mobilità pedonale e ciclabile, e insieme un rilancio del trasporto pubblico. Abbiamo riformato il sistema della sosta per renderlo anzitutto più moderno, con una organizzazione in cui il cittadino può avere a disposizione flussi continui e puntuali di informazioni per scegliere come, dove e quando muoversi e può utilizzare strumenti tecnologici per pagare la sosta risparmiando tempo e denaro. Un sistema più ecologico, perché riducendo i tempi di ricerca di un posto per parcheggiare e riducendo la pressione del traffico soprattutto nell’area centrale, si riduce progressivamente l’inquinamento atmosferico. Un sistema vantaggioso per il commercio che vive nell’area centrale, e che ha già cominciato a beneficiare della maggiore rotazione dell’occupazione dei posti auto, che favorisce l’accessibilità. Si tratta di motivazioni che guardano al futuro, che pensano alla salute e alla qualità della vita di tutti (in particolar modo dei bambini e degli anziani). Vogliamo consegnare al futuro una città migliore di quella che abbiamo ricevuto. E i primi risultati, a poco più di un anno dall’entrata in vigore della nostra riforma, sono incoraggianti. Oggi avremo modo di confrontare questa nostra esperienza novarese con alcune delle più significative esperienze italiane e riflettere sugli scenari che ci attendono. Sono profondamente convinto che il modo con cui si affrontano questioni come queste, tracci in concreto, al di là di ogni semplificazione ideologica un confine netto tra progressisti e conservatori. È su questo crinale che si coglie la differenza tra chi vuole cambiare le cose e chi vuole lasciare tutto com'è. Tra chi innova e chi ha paura di innovare. Tra chi dice che non si può più andare avanti così, e bisogna guardare al futuro, e chi dice che non si può più andare avanti così e bisogna guardare al passato. Sono convinto che da questo nostro incontro di oggi usciranno argomenti importanti a sostegno del lavoro e dell’impegno di chi prova a sognare ogni giorno una scelta forte per il progresso".