Novara - "Le elezioni politiche di febbraio - scrivono Luigi Torriani e Giovanni Colombo della Democrazia Cristiana di Novara - hanno confermato che le attuali formazioni politiche non sono in grado di formare coalizioni di governo forti e stabili in grado di gestire i gravi problemi in cui è immersa da tempo l’Italia, primo tra tutti la deindustrializzazione con conseguente enorme perdita di posti di lavoro. Si parla di formare un governo raffazzonato con otto punti di programma. Ciò lascia allibiti. Questi sono i politici che vorrebbero governare uno dei paesi più industrializzati del mondo? Si direbbe: gli elettori hanno dato loro la fiducia dunque devono poter governare. Il problema è che gli italiani non sapevano dove sbattere la testa, trovandosi davanti le stesse facce di coloro che hanno malgovernato per vent’anni, con una legge elettorale antidemocratica e partitica. Un quarto circa dei votanti si è affidato al Movimento di Grillo, che ora fa da ago della bilancia e tiene in scacco Bersani, il vincitore perdente. Noi della Democrazia Cristiana lo avevamo già detto, la sinistra a dicembre faceva ricordare i pompeiani alla vigilia della battaglia di Farsalo che si spartivano i consolati per gli anni a venire sicuri della vittoria e il giorno dopo erano tutti o morti o prigionieri. Così è stato. Ora dunque c’è solo una decisione: subito nuove elezioni, non si può tergiversare. La responsabilità sta a Napolitano, Bersani, Berlusconi e Grillo. Monti è fuori gioco e mastica amaro. Questo Parlamento non sarebbe in grado né di fare buone leggi né, tanto meno, di affrontare le riforme istituzionali invocate da trent’anni e mai seriamente studiate dunque deve essere sciolto. Il biennio 2013-2014 per il paese sarà di grande stagnazione economica, senza alcun rilancio dell’economia. Serve una svolta politica forte. Alle prossime elezioni tornerà la Democrazia Cristiana. I giovani non la conoscono o ne hanno solo sentito parlare male. Ma quando la DC era al governo il lavoro c’era per tutti e il debito pubblico era di molto, molto inferiore a quello odierno, si andava in pensione a 55 anni e le tasse non strangolavano i cittadini. Ed è per questo che la DC si ripropone per il governo del paese, per salvare l’Italia dal pericoloso pendìo su cui sta rotolando giù".