Novara - Pochi, davvero pochissimi gli assenti all’incontro di ieri sera nell’Aula Consigliare di Palazzo Natta. All’ordine del giorno la proposta di accorpamento delle province di Novara, Verbania, Biella e Vercelli, l’ipotesi del quadrante del Piemonte Nord Orientale, ma anche un’analisi corale degli effetti, peraltro imminenti, della spending review.
Il percorso sembra segnato, ma questo non significa che ci sia chiarezza: Sozzani ha infatti aperto l’incontro cercando di mettere ordine, almeno per quanto è dato sapere, nel caos di rettifiche e aggiustamenti che hanno caratterizzato l’iter del decreto.
Un primo passaggio per illustrare quelli che potrebbero essere i benefici del quadrante rispetto alla tradizionale politica torino-centrica, che dal riassetto non potrà che acuirsi. Dati alla mano, forniti peraltro a tutti i presenti, (nella foto) ecco che il quadrante, si ritroverebbe con una popolazione di quasi un milione di abitanti, seconda “provincia” del Piemonte, dopo la città metropolitana di Torino con i suoi due milioni di abitanti e davanti a Cuneo, e alla nuova, forse, Alessandria-Asti. Per superficie, numero di imprese e volumi di export il quadrante si presenterebbe con forza nel rinnovato panorama piemontese.
“Altrettanto fondamentale il discorso delle competenze – prosegue Sozzani – molte delle quali saranno trasferite ai comuni. Avendo trasformato le Province in enti di secondo grado, in quella che sarà la Provincia dei Sindaci una domanda mi sembra di assoluta priorità. Cosa accadrà ai bilanci della rinnovata Provincia e dei Comuni? Sia la Provincia, sia i Comuni stanno subendo tagli anche su fondi già assegnati e per far fronte a tutto ciò credo davvero che l’unica soluzione sia la collaborazione tra enti locali. L’esperienza dei circondari, pensati in tempi non sospetti, in questo contesto potrà risultare preziosissima, così come il rapporto pubblico-privato per la realizzazione di opere pubbliche diventerà imprescindibile”
“C’è un ulteriore spunto fondamentale – ha aggiunto il Vice Presidente della Provincia Luca Bona – che è il tema del personale. Il prossimo Ente di area vasta, divenuto di secondo grado, non avrà autonomia finanziaria. Il personale sarà trasferito in carico ai comuni, ma con quali risorse se è vero com’è vero che le Province stanno andando verso trasferimenti zero?”
“Valutiamo, valutate – riprende Sozzani - tutti gli aspetti di questo decreto e di questa rivoluzione copernicana delle istituzioni. Senza contare che potrebbe anche essere che dopo tutto questo gran dibattere, la Corte Costituzionale annulli tutto riportando la situazione all’anno “zero”. E a quel punto che si fa? Si chiede scusa ai cittadini e si prosegue come nulla fosse stato? Non mi sembra corretto. Questo è un momento che, nel bene o nel male, è comunque importantissimo per il futuro delle istituzioni. La crisi economica è un dato oggettivo e abbiamo il dovere istituzionale di affrontarla nel migliore dei modi possibili”.
Entro il 3 ottobre, dunque, il CAL trasmetterà le proposte alla Regione che a sua volta ha tempo fino al 24 ottobre per inoltrarle allo Stato che a sua volta deciderà come ridisegnare la geografia del Paese.
Ma accanto alla proposta che la Provincia di Novara porterà al Consiglio delle Autonomie Locali, ci sarà un documento congiunto dei sindaci novaresi, espressione della forte preoccupazione emersa in sede di dibattito.
Il primo a prendere la parola subito dopo la relazione del Presidente Sozzani, il Sindaco di Cerano, Flavio Gatti: “Comprendiamo molto bene che stiamo andando sempre peggio, che all’origine di questo decreto ci sia grande qualunquismo e che i comuni sono già in difficoltà nell’adempiere a quanto già di nostra competenza. C’è grandissima preoccupazione”.
“Ci chiedono di assumere ulteriori competenze – aggiunge Valter Brustia, sindaco di Casaleggio – e non potremo che rispondere “obbedisco” ma il problema verrà dopo. Senza ulteriori trasferimenti economici non sarà possibile gestire alcunché. I vincoli del Patto di Stabilità sono chiari. O interverrà la Regione o non ci sarà soluzione”
“Chi sta decidendo evidentemente non sa cosa fa un comune, e cosa ci sia, per esempio, dietro l’apertura di una scuola” questa la sintesi dell’intervento di Carlo Bacchetta, Sindaco di Romagnano che nel contempo dichiara tutto il suo sostegno all’ipotesi di quadrante: “Se prendo la cartina geografica e immagino l’unione delle quattro province vedo un territorio meraviglioso libero da deleteri ritagli. Finalmente i nostri laghi meravigliosi non saranno più tagliati a pezzi”.
La proposta di Giovanni Sacco, vice sindaco di Cameri, è quella di riunire le considerazioni emerse in un documento da sottoporre al Cal.
“C’è grandissima preoccupazione – è il vibrato intervento di Anna Tinivella, sindaco di Borgomanero - in ordine ai tagli e al trasferimento delle competenze, ben venga la proposta di un documento congiunto, che riunisca tutte le nostre perplessità e preoccupazioni” e chiude aggiungendo un accorato sostegno all’ipotesi di quadrante.
A tirare le fila dell’incontro, l’Assessore ai Rapporti coi Sindaci e ai Circondari, Antonio Tenace: “Raccolgo l’istanza generale di un documento congiunto e nei prossimi giorni predisporremo una bozza da sottoporre ai sindaci per approvazione ed eventuali integrazioni. Ci lasciamo con l’impegno reciproco di continui aggiornamenti per quella che sicuramente è una rivoluzione epocale nella storia degli Enti Pubblici”.