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DE GRANDIS: IL TURISMO NEL NOVARESE MESSO IN GINOCCHIO DALL’EMERGENZA COVID19

Novara - "Preoccupazione? Non è il termine esatto per descrivere lo stato d’animo degli operatori del turismo e mio personale. La verità è che questa emergenza ci sta letteralmente mettendo in ginocchio senza che da parte del Governo nazionale si intravedano azioni mirate per tutelare e dare indirizzi precisi per questo particolare settore, tra quelli strategici per la ripartenza del nostro Paese". Il consigliere delegato al Turismo e Marketing territoriale della Provincia di Novara Ivan De Grandis si fa portavoce "di un urlo di dolore già espresso, dall’inizio del contagio del Corona virus, e cioè con i primi di marzo, da Federalberghi novarese: la crisi nella quale poteva entrare il turismo novarese – prosegue il consigliere – era stata immediatamente paventata dagli operatori e immediatamente comprovata dalle disdette delle prenotazioni in tutte le strutture ricettive del nostro territorio, al di là di quella che sarebbe stata l’evoluzione dell’emergenza a livello nazionale. Oggi, secondo i dati ancora provvisori in possesso dei nostri uffici, partendo da un confronto tra i primi tre mesi di quest’anno con quelli del 2019 si registra un calo del 30,91 per cento degli arrivi e del 14,55 per cento delle presenze sul nostro territorio: si tratta di una diminuzione che è una vera e propria debacle se si considera che, rispetto al 2018, questo trend era invece in crescita. Se poi si confrontano gli anni scopriamo che il totale provvisorio per la nostra provincia nel 2018-2019 ha visto un incremento del 4,59 per cento degli arrivi e del 3,12 per cento delle presenze: in particolare per il turismo nazionale gli arrivi avevano registrato un +10,69 per cento e le presenze +9,48 per cento, quelle riguardanti i Paesi europei un incremento del 2,81 per cento degli arrivi e del 3,67 per cento delle presenze, quelli riguardanti i Paesi extraeuropei vedevano un leggerissimo calo degli arrivi pari allo 0,17 per cento, ma una crescita dell’8,21 per cento delle presenze. A fronte di ciò e rispetto alle prospettive di totale decrescita per il settore a livello nazionale – considera De Grandis – definirci “preoccupati” è un eufemismo, soprattutto se si considera che i risultati positivi del recente passato ai quali ci riferiamo sono il frutto di anni di lavoro nelle azioni di promozione, di marketing del territorio, di formazione del personale addetto, che dai turisti, italiani e stranieri, non viene più considerato attrattivo solo per le bellezze dei nostri laghi, ma anche per le proposte turistico-ricettive che hanno caratterizzato e che caratterizzano da anni diverse zone del Novarese".

Il consigliere intende farsi portavoce "presso tutte le sedi decisionali possibili, partendo dai singoli Comuni del territorio fino ai responsabili del Governo, del malessere nel quale versa il settore novarese. Un settore in ginocchio, penalizzato dalla cancellazione di eventi fieristico-commerciali come il “Salone del Mobile” che hanno sempre avuto riflessi positivi e determinato flussi turistici a livello locale, e rispetto al quale non abbiamo riscontrato da parte del Governo azioni contenitive dei danni causati dall’emergenza e, soprattutto, attuabili nell’immediato a sostegno delle imprese e dei lavoratori. Rispetto a una voce fondamentale del nostro Pil nazionale, pari al 5,5 per cento con un 6,5 per cento del personale occupato, e a una risorsa che tutto il mondo ci invidia e che rappresenta il nostro “Made in Italy” naturale – aggiunge a conclusione il consigliere - mi chiedo se si abbia contezza del danno economico ingente subito dalle aziende in termini di guadagno e che meriterebbe almeno una revisione degli obblighi fiscali e dei mutui e una proroga degli adeguamenti antincendio, dell’inevitabile riflesso sull’economia nazionale e dei problemi di occupazione, dal momento che l’attuale situazione non tutela i lavoratori – che in Italia sono 3.4 milioni - rispetto a possibili licenziamenti e minori assunzioni stagionali nemmeno con provvedimenti di estensione della Cassa integrazione anche alle piccole imprese come molte di quelle che esistono nel Novarese, che con i loro numeri sono, di fatto, la struttura portante di tutto il sistema".