Novara - «Grave la decisione del governo Meloni di tagliare il Fondo per la prevenzione e il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Da un lato si aumentano le spese per i collaboratori dei ministri e dall’altro si tolgono risorse per la salute dei giovani, che sempre di più soffrono di questo problema. I 10 milioni annunciati dal ministro Schillaci non sono sufficienti a recuperare il taglio fatto in sede di bilancio» dichiara il segretario regionale del Partito Democratico. «Quando avevamo presentato in Consiglio regionale la legge per il contrasto ai disturbi alimentari, la Giunta Cirio non aveva voluto stanziare fondi diretti della Regione richiamando lo stanziamento previsto dal Governo. Una scelta fallimentare, visto l’operato del governo Meloni sul tema. Ora si rischia di bloccare i servizi dopo aver generato un’aspettativa di miglioramento sui territori» afferma il segretario regionale del PD Domenico Rossi, che da vicepresidente della Commissione sanità era stato primo firmatario di una delle proposte di legge sul tema, confluite poi in un testo unico approvato dall’aula.
«I fondi vengono tagliati mentre i disturbi sono in aumento e colpiscono 1 adolescente su 3 con casi triplicati dalla fine della pandemia. Un atto grave da parte del Governo e della destra che ancora una volta dimostra di non aver a cuore chi soffre» prosegue, annunciando battaglia in Consiglio regionale dove «ho presentato un Ordine del Giorno che impegna la Regione a chiedere a Meloni di ripristinare le risorse del Fondo. Al Piemonte erano destinati 1,8 milioni di euro per il potenziamento della rete di cura, il superamento della frammentarietà dei servizi, una maggiore informazione e formazione sui disturbi alimentari, ma soprattutto il potenziamento dei servizi domiciliari che con questo taglio rischiano di essere ancora di più ridotti. Ordine del giorno a cui faremo seguire emendamenti in fase di bilancio regionale».
Annunciando la sua presenza in piazza Castello con la società civile che si è attivata sul tema, Rossi ribadisce la sua solidarietà e vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie che troppo spesso «hanno lamentato solitudine e abbandono. Questo non deve più accadere. Le istituzioni devono trovare il modo di dare risposte ai tanti, troppi, ragazzi che soffrono di DNA, un fenomeno cresciuto ancora di più durante il lockdown e nell’attuale contesto caratterizzato da una profonda incertezza per il futuro».