Novara - "Lo spettacolo indecoroso - commenta il consigliere regionale Domenico Rossi (Pd) - cui stiamo assistendo per le nomine dei direttori generali o commissari delle asl, ruoli strategici, tantopiù in questo momento storico di emergenza sanitaria, sono il risultato di una logica che non avremmo più voluto vedere in Piemonte, ma che la Lega, ancora una volta ci ripropone senza alcun imbarazzo. Il direttore generale di un’azienda sanitaria, nominato dalla Giunta, è una persona con determinate caratteristiche professionali, che ne attua gli indirizzi relativi alle politiche sanitarie. Se la valutazione del suo operato non viene fatta sul raggiungimento di questi obiettivi, ma viene lasciata in balia dei capibastone di partito locali, allora il tutto si trasforma in un mercato indecoroso, dove al centro ci sono le logiche di potere e non le politiche sanitarie. La vicenda relativa allo spostamento (per ora!) della direttrice dell’Asl di Vercelli a quella di Biella è, infatti, una partita politica tutta interna al Carroccio… il problema è che mentre i leghisti bisticciano non si pensa al bene dei cittadini. E’ una logica che va fermata. Ci aspettiamo maggiore responsabilità da parte del Presidente Alberto Cirio e dell’Assessore Luigi Genesio Icardi: ascoltino i territori, in particolare i sindaci, non solo quelli dei loro partiti, ma poi prendano una decisione. Per i ruoli che ricoprono servono autonomia e autorevolezza".
"Le notizie apparse oggi sugli organi di stampa - afferma in un'altra nota lo stesso Rossi - confermano ancora una volta come il settore dei rifiuti in generale e in particolare quello legato all’emergenza Covid siano di grande interesse per le mafie, anche nei nostri territori. Il contrasto a un’attività criminale che mette a forte rischio la salute dei cittadini non può essere delegata alla magistratura e alle forze dell’ordine: pubblica amministrazione e mondo imprenditoriale devono aprire gli occhi e contribuire ad arginare un fenomeno che ha pesanti ricadute economiche, sociali e sanitarie per i cittadini. Il sequestro della tangenziale di Fare e Briona è un caso emblematico in tal senso: la doverosa verifica dei materiali conferiti nel sito, infatti, impone uno stop all’opera e un conseguente danno per il territorio. Ogni progetto di rilancio del Paese, di cui tanto si parla in queste settimane, non può prescindere dal fare i conti con il fenomeno mafioso, e dalla necessità di combatterlo con tutte le nostre forze".