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FONDAZIONE NOVARA SVILUPPO, SBAGLIATO ESCLUDERE IL COMUNE DI NOVARA

Il sindaco di Novara, Andrea Ballarè

Novara - In questi giorni, sulla stampa e nelle sedi istituzionali, si discute molto dei destini della Fondazione Novara Sviluppo, l’ente nato nel 2001 per promuovere la crescita del territorio e favorire la nascita di nuove imprese. «Una struttura – dice il sindaco Andrea Ballarè (nella foto) – che può rappresentare uno strumento importante nei progetti strategici per il nostro territorio. Proprio perché considero di grande importanza il ruolo che la Fondazione può svolgere non posso che giudicare molto negativamente la scelta, approvata dal Consiglio di amministrazione alla fine dello scorso settembre, e, a quanto mi risulta, già ratificata dalla Giunta Provinciale, che, nei fatti esclude ogni rappresentanza del Comune di Novara, oltre che di tutti gli altri enti ed organismi del territorio. Secondo le informazioni in mio possesso il nuovo Statuto prevede l’eliminazione della Commissione di Indirizzo e Vigilanza; la riduzione da 11 a 5 del numero dei Consiglieri di Amministrazione, la nomina di un solo revisore e quindi l’eliminazione dell’attuale Collegio composto da tre revisori; la previsione della nomina dei componenti del C.d.A. e del presidente da parte del socio fondatore per un durata della carica di sette anni. Come ho già spiegato – prosegue Ballarè – la funzione della Fondazione dovrebbe esplicarsi attraverso un sistema di rete che comprende gli enti locali, a cominciare dal comune di Novara, l’università, le forze economiche e sindacali. Ora, con l’abolizione della Commissione di indirizzo e vigilanza si va di fatto a rescindere tutti quei  legami che legano la Fondazione al proprio territorio ed al proprio contesto operativo, e che sono rappresentati appunto dai vari componenti della Commissione stessa. Si obietta che in questi anni la Commissione di indirizzo ha avuto difficoltà di funzionamento anche per la partecipazione dei componenti. Vorrei che si ricordasse che il ruolo della Fondazione finora è stato limitato alla gestione degli affitti di spazi immobiliari. Ma se ora la Fondazione stessa ambisce ad esercitare un ruolo strategico per la città di Novara e il suo territorio, davvero non ha senso escludere il Comune di Novara. Osservo, a margine che tra l’altro, fra i compiti statutari della Commissione, vi è anche quello, non certo secondario di “fissare l’eventuale compenso per il presidente, e per i componenti del consiglio di amministrazione”. Ora è evidente che, una volta abolita la Commissione, a fissare il compenso dei componenti del consiglio di amministrazione sarebbero i membri stessi, in palese conflitto di interessi, a deliberare sul proprio compenso. Una situazione   manifestamente contraria ai basilari principi di trasparenza e di buona amministrazione. Trovo per ragioni analoghe inopportuno che il nuovo statuto preveda che i componenti del consiglio di amministrazione siano nominati esclusivamente dal “socio fondatore”, cioè dalla Provincia di Novara. Si sceglie di blindare il cda, cosa ancora più incomprensibile stante l’incertezza sul destino delle Province. A maggior ragione mi risulta difficilmente giustificabile la scelta di prolungare la durata nella carica di amministratore della Fondazione a sette anni. Una durata così eccessiva (pari a quella del presidente della Repubblica)  non risponde infatti ad alcuna particolare necessità sul piano economico o amministrativo, e si pone anzi in contrasto con la naturale esigenza di adeguato controllo periodico sulle attività della Fondazione, consentendo, se del caso, un adeguato ricambio. Se poi si pensa che lo statuto approvato prevede anche l’eliminazione del collegio dei revisori dei conti, con la nomina in sua sostituzione di un solo revisore peraltro nominato dallo stesso consiglio di amministrazione, si rende evidente una seria criticità sul fronte della trasparenza e del controllo. Insomma, uno statuto da respingere, su tutti i fronti. Voglio ribadire – dice ancora il sindaco – che non poniamo questi problemi perché cerchiamo di garantire poltrone a qualcuno. Abbiamo a cuore il coinvolgimento del Comune nella gestione di uno strumento importante, che deve anche essere immune da zone d’ombra. Chiedo perciò con forza di ripensare alle scelte compiute».

Quanto agli altri contenuti del dibattito emersi nel corso di una seduta recente del consiglio provinciale, Ballarè ribadisce: «Non entro nel merito di questioni che riguardano un altro ente, anche se come professionista suggerirei di tenere nel giusto conto le osservazioni dei revisori dei conti, che mi si dice abbiano sollevato più di un dubbio sui futuri progetti di sviluppo della Fondazione Mi preme solo sottolineare che le ventilate operazioni di acquisizione immobiliare di cui si è parlato sono una iniziativa della Provincia e non hanno diretto riferimento alla attuazione del progetto Pisu».