Novara - «Grazie a una legge truffa approvata dalla Camera il Governo vuole impedire che gli italiani si esprimano sulla riapertura delle centrali nucleari in Italia attraverso il voto referendario». È questo il commento di Adriano Fontaneto responsabile ambiente del PD della Provincia di Novara dopo la notizia che l'aula della Camera ha votato la fiducia chiesta dal governo al decreto Omnibus che cancella le norme sulla costruzione delle centrali nucleari per cercare di evitare che gli italiani si esprimano attraverso il referendum del 12 giugno. Spetta ora all’ufficio centrale di Corte di Cassazione stabilire se la nuova legge avrà il potere di vanificare il referendum. Secondo Fabrizio Barini, responsabile energia del Partito Democratico del Piemonte: «Il Governo parla di nucleare sicuro ma non dice che un bimbo che abita a 5 chilometri da una centrale rischia 2,2 volte di più di ammalarsi di leucemia. Il Presidente delle Regione Piemonte Cota e l’assessore Giordano hanno dichiarato di non essere contrari all’insediamento di una centrale nucleare nella nostra regione. Secondo indiscrezioni di stampa un’area idonea ad ospitare un impianto sarebbe vicino al fiume Ticino, a San Martino di Trecate, pochi chilometri da Novara».
Sostengono che non possiamo fare a meno del nucleare ma è un energia in declino da anni, nel 1999 rappresentava il 17% della produzione elettrica mondiale oggi meno del 13%. In Italia, in 3 anni, i nuovi impianti eolici, fotovoltaici e il risparmio energetico hanno prodotto elettricità pari a quella di 3 centrali.
Vogliono farci credere che il nucleare è conveniente ma nel 2020, quando sarà forse pronto il primo impianto italiano, costerà il 75% in più del gas e il 27% in più dell’eolico. In Germania gli occupati nel nucleare sono 30mila quelli nelle rinnovabili 340mila. Dicevano che Chernobyl non si sarebbe ripetuto invece a Fukushima, come 25 anni fa, è la reazione nucleare stessa ad essere incontrollabile. Le centrali Giapponesi erano considerate le più sicure del mondo e anche i nuovi impianti francesi non risolvono i problemi di sicurezza. «Ai ballottaggi di domenica prossima – conclude Fontaneto - non si vota solo per il cambiamento ma anche per difendere il diritto dei cittadini di esprimersi su una scelta fondamentale per la vita economica e ambientale del Paese e che potrebbe condizionare negativamente la vita delle generazioni future».