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Fonzo su slittamento Estate Anziani e corsi green dell'Upo

Novara - Dopo aver preso di mira l'Estate Novarese, bocciandola senza appello, il candidato sindaco del centro sinistra, Nicola Fonzo, tocca due argomenti di estrema attualità e interesse: l'Estate Anziani e i nuovi corsi all'Università della Terza Età al via a Vercelli (e non a Novara come auspicato).

"L’isolamento del Covid - spiega Fonzo a proposito dell'Estate Anziani - ha peggiorato le condizioni fisiche ma soprattutto psicologiche di tanti dei nostri anziani, la socialità e il legami si sono indeboliti, alcuni concittadini sono stati portati via dal Covid, purtroppo. Da alcune settimane la campagna vaccinale consente la riprese di alcune attività di socialità e di incontro: ma serve fare di più, e in tutta la città, perché soprattutto in questo periodo la rete sociale è importantissima per far stare meglio le persone, naturalmente con iniziative in sicurezza. Lo slittamento della partenza dell’Estate anziani all’ex Donnino a metà luglio ad esempio non risponde a questa esigenza così urgente. I nostri nonni hanno bisogno di raccontare storie e condividere esperienze, non di stare ancora blindati a casa! A Novara è ancora chiusa la Casa di giorno, per il Covid sono ferme da oltre un anno la maggior parte delle attività di ginnastica dolce, i corsi dell’Università della terza età e tante altre iniziative proposte dai centri di incontro e dalle associazioni nei quartieri sono fermi. Alcuni circoli ricreativi presenti in città non hanno riaperto o non possono ancora riprendere a pieno regime. Nel nostro programma elettorale l’attenzione agli anziani passa anche da un forte potenziamento delle iniziative sociali: momenti di intrattenimento in ogni quartiere, riqualificando dove non ci sono altri spazi le vecchie sedi dei CdQ, e un deciso sostegno economico e progettuale alle associazioni che propongono iniziative di coesione sociale".

Sul tema dei nuovi corsi all'Upo, ecco il pensiero del candidato sindaco del centrosinistra: Novara si fa sfilare da Vercelli i nuovi corsi universitari sulla chimica verde e sulla sostenibilità ambientale che saranno attivati dal prossimo anno, perdendo un’occasione importantissima per attrarre in città giovani preparati da tutta Italia e per ampliare l’offerta universitaria dando risposta alle esigenze delle imprese che faticano a trovare ragazzi con una formazione tecnica in questi ambiti. Un grave fallimento politico per il sindaco Canelli, paladino solo a parole della città universitaria. Il Polo della chimica verde è a Novara, dove ci sono eccellenze produttive e nell’ambito della ricerca - come il centro Donegani dell’Eni, Versalis, Procos, Isagro, Novamont, Garbo solo per citare alcuni esempi - non a Vercelli, dove esiste una sola azienda di una certa dimensione che peraltro è a Crescentino. Il sindaco avrebbe dovuto fare di tutto per non lasciarsi sfuggire questa occasione per far crescere l’Università e le aziende del territorio, che chiedono a gran voce laureati in materie scientifiche altamente specializzati. I nuovi Dipartimenti universitari avrebbero potuto trovare facilmente collocazione nelle Caserme, proseguendo di fatto l’ampliamento del limitrofo campus della Perrone, oppure in una delle tante aree dismesse di Sant’Agabio, proprio a fianco a dove la maggior parte delle aziende della chimica verde ha sede, favorendo in questo modo la nascita start up o l’avvio di studi e progetti di ricerca anche fisicamente vicini sia alla sede universitaria sia alle aziende (come ad esempio avviene alla Fondazione Novara Sviluppo, in via Bovio, “colonizzata” dalle start-up legate alla limitrofa facoltà di Farmacia e Biotecnologie). Vercelli dista 20 minuti di treno, ma molti ragazzi soprattutto da altre zone d’Italia non la scelgono perché è una città piccola, ha attrattive minime per i giovani e soprattutto non offre occasioni di lavoro in loco. Il modello del “multicampus” proposto dall’Università del Piemonte orientale dovrebbe tenere maggiormente conto delle esigenze specifiche delle imprese e l’immobilismo di Canelli non ha saputo minimamente orientare queste decisioni (Vercelli e Alessandria hanno ampliato l’offerta, Novara poco-nulla). Il sindaco ripete come un mantra il tema delle residenze per gli universitari, ma senza facoltà attrattive per i fuorisede (delle attuali lo è Medicina, ma lo è molto meno Economia, frequentata in prevalenza da ragazzi del territorio) questa proposta pur condivisibile perde di significato. Sogno una città universitaria come Pavia, dove grazie ai ragazzi si è generato un indotto elevatissimo, la città aumenta la popolazione e il valore degli immobili cresce costantemente. Se Novara è la città dei divieti e dell’intolleranza, non sarà mai attrattiva per i ragazzi che per fortuna hanno idee molto diverse da quelle di Canelli. Senza contare che in città i servizi per i giovani sono molto carenti: chi arriva in stazione alle 8 difficilmente trova un bus; non esistono politiche comunali per favorire affitti registrati a canone concordato; le attività commerciali non sono stimolate a offrire proposte specifiche per ragazzi che vadano al di là dell’apericena. Se la città universitaria non decolla (o decolla solo a parole) anche l’indotto commerciale si deve accontentare di poco. Occorre quindi un cambio di rotta rapido e deciso per valorizzare in ogni modo coloro che scelgono di formarsi, di lavorare e di fare ricerca a Novara, “lottando” per non lasciarsi sfuggire nemmeno una occasione. Senza queste basi, il futuro della città si limiterà alla logistica, ai supermercati e a un lavoro sempre più uniformato e dequalificato. Se nasceranno nuove realtà legate alla tecnologia, alla sostenibilità ambientale, alla chimica invece tornerà a crescere anche l’occupazione nel settore produttivo".