Novara - “Non tutti i cittadini sono uguali di fronte a quel monarca assoluto che è ormai il presidente del consiglio Giuseppe Conte - commenta il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni -. Altrimenti non si comprenderebbe l’ennesima ingiustizia di questo vergognoso teatrino che è il suo ultimo Dpcm: Piemonte in lockdown, Campania senza restrizioni che non siano quelle applicate a livello nazionale. Una decisione presa senza nessuna spiegazione e senza un’apparente giustificazione scientifica, visto che i dati epidemiologici delle due regioni sono simili e anzi la Campania di De Luca ha un numero di contagi superiore al nostro.Addirittura le chiusure sono state motivate utilizzando dati vecchi di dieci giorni, che non fotografano l’attuale situazione del Piemonte. Ormai Conte tratta i piemontesi come sudditi, come dimostra anche il rimpiattino sull’inizio delle chiusure, annunciate prima per giovedì e poi posticipate a venerdì quando tutti i negozianti si erano già preparati alla serrata per il giorno successivo. Non vorremmo che l’autocrazia di Conte si sia spinta al punto da indirizzare le scelte sul futuro di milioni di cittadini in base a un’appartenenza politica, a un calcolo di bottega sui suoi equilibri parlamentari, su un sentimento punitivo verso quelle regioni del Nord delle quali ha sempre calpestato le prerogative. E ora smetta di fare il Re Sole e accolga le richieste della Lega: stop a tutte le tasse fino a tutto il 2021 e una tassa sui giganti dell’e-commerce per aiutare i commercianti e le partite Iva che lui ha gettato nel baratro”.
“Il quadro è sotto gli occhi di tutti - aggiunge il vicecapogruppo Riccardo Lanzo, presidente della commissione Autonomia -, le Regioni del Nord sono state nuovamente penalizzate da un governo che ne continua a calpestare le prerogative e a limitarne la libertà. Questo purtroppo non è una novità: Conte ha assunto in maniera unilaterale la decisione di imporci il nuovo lockdown facendo però passare il messaggio che sia il Piemonte a imporre la serrata. Forse il premier confonde l’autonomia con uno scaricabarile che punta a far pagare ad altri il prezzo politico delle sue scelte, in una gestione delle competenze tra Stato e Regioni che ormai galleggia nella confusione più totale. Roma non ha voluto riconoscerci margini di scelta neppure di fronte alla possibilità di allentare i divieti nelle province nelle quali i dati epidemiologici sono più incoraggianti. Tutto deve passare dal governo centrale. Nulla deve essere lasciato alle prerogative dei territori che, nell’ottica di Conte, devono solo eseguire gli ordini calati dall’alto”.