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Giovani Democratici sul caso Amazon: Colpa di uno o responsabilità di tutti?

Novara - "In questi giorni - scrivono i Giovani Democratici di Novara - a seguito della decisione di Amazon di insediarsi sul territorio vercellese con un’operazione che comporterebbe 600 posti di lavoro e 65 milioni di euro di investimento, si è aperto nuovamente in città il dibattito sulla questione di Agognate. Come Giovani Democratici di Novara riteniamo l’argomento molto importante per il futuro della nostra città e di conseguenza per il futuro della nostra generazione: vogliamo, quindi, provare a dire la nostra cercando anche di fare un po’ di chiarezza su alcuni aspetti fondamentali della vicenda perché, da più parti, sentiamo dichiarazioni fantasiose e spesso inaccettabili. Il lavoro è una questione che non può non starci a cuore, sia come appartenenti alla sinistra, sia soprattutto come giovani. La disoccupazione giovanile è una ferita aperta che quotidianamente viene toccata dalla miopia e dal disinteresse della classe politica italiana. Come tante realtà del Nord Italia, anche Novara ha subìto (e in parte sta subendo ancora) le conseguenze di una crisi economica che ha colpito in maniera molto forte quelle classi sociali che una volta avremmo definito “medio/basse”. Addirittura, la nostra città si è posizionata al terzo posto nella classifica delle città più colpite dalla crisi nel periodo compreso tra il 2007 e il 2013. La chiusura delle grandi fabbriche, le grandi speculazioni finanziarie e l’allegra gestione dei conti pubblici, hanno creato milioni di disoccupati, prevalentemente giovani. Questo stato di cose ha indotto moltissimi territori a ripensare il proprio sistema economico cercando di sfruttare al meglio le proprie specificità e vocazioni naturali. Il tema della logistica, in una città come quella di Novara, rientra perfettamente in questo ragionamento. In quest’ottica, l’allora amministrazione Giordano/Moscatelli decise di pubblicare una manifestazione d'interesse per la "trasformazione di aree in prossimità dell'autostrada per nuovi insediamenti industriali". Le caratteristiche richieste dalla manifestazione d’interesse si adattavano molto bene alle esigenze di due imprenditori che possedevano due aree di considerevoli dimensioni ad Agognate. Uno dei due proprietari era anche il proprietario dell'area che a Piacenza già ospitava Amazon. I termini della manifestazione di interesse raggiunsero la scadenza sotto la giunta Ballarè, pertanto la nuova amministrazione si assunse, giustamente, il compito di esaminare le proposte e avviare tutte le valutazioni tecniche e politiche necessarie. In consiglio comunale si votò un primo parere su una richiesta di variante al piano regolatore di un milione di metri quadri, poi la conferenza dei servizi chiese delle modifiche e uno dei due proponenti ritirò la proposta, quindi le aree interessate alla trasformazione urbanistica sarebbero diventate 600.000, di cui edificabili grosso modo la metà. Era noto a tutti che il colosso americano dell’e-commerce Amazon nel suo piano d’espansione avesse la necessità di realizzare un centro di smistamento merci che permettesse di servire tutta l’area del nord-est; il Piemonte, unitamente al sud della Francia e al nord della Spagna, aveva le caratteristiche necessarie. Ovviamente Novara, per la sua specificità territoriale e per la presenza del centro intermodale merci, era sicuramente una delle più adatte all’adempimento di tale scopo. Il fatto che uno dei proprietari del terreno di Agognate fosse lo stesso che già ospitava Amazon nel suo polo logistico a Piacenza, poteva essere un di più che però non cambiava la natura delle cose, perché era fondamentale, prima di tutto, creare le condizioni necessarie affinché quel tipo d’investimento si potesse realizzare sul nostro territorio e questo comportava tutta una serie di scelte amministrative e politiche che implicavano una buona dose di coraggio. Ma in politica il coraggio molto spesso viene confuso con l’incoscienza e quindi, per il timore di non essere compresi dai propri elettori o per la paura di perdere consenso, un pezzo dell’allora maggioranza si defilò e l’Amministrazione comunale non ebbe più i numeri per approvare la variante. Le opposizioni dell’epoca, a iniziare dalla Lega Nord, se ne guardarono bene dall’andare in soccorso della moribonda amministrazione Ballarè anzi, cavalcarono ancora di più il tema durante la campagna elettorale. Il Sindaco Alessandro Canelli, appena vinte le elezioni, mise fine ad ogni ambiguità: "Agognate non si farà". Per Novara fine della storia. La storia, però, è andata avanti, e Amazon, nel giro di sei mesi, ha chiuso un accordo con Vercelli. 600 posti di lavoro. Una felice conclusione per i vercellesi, un po' meno per i novaresi. Questa è una ricostruzione dei fatti, a questo punto rimane da stabilire una cosa: di chi è la responsabilità politica per questo fallimento? Aziende multinazionali come Amazon, nello sviluppare i loro piani industriali che prevedono investimenti per milioni e milioni di euro, considerano ogni variabile in gioco, compresa la possibilità che a vincere le elezioni in un determinato territorio sia una forza politica non disposta a favorire un insediamento di quel tipo. Oggi finalmente scopriamo che l’ipotesi Amazon in Piemonte non era affatto fantasiosa, il che non può che renderci tutti felici, però sorprende la reazione dell’attuale Primo Cittadino Alessandro Canelli, il quale cerca di addossare ogni responsabilità sul mancato insediamento di Amazon sul territorio novarese alla precedente amministrazione. A questo punto alcune domande sorgono spontanee: - se davvero si voleva Amazon a Novara, perché la Lega e i suoi alleati non hanno voluto votare la variante di Agognate? - perché non si è cercato un dialogo su un tema così importante con l’allora Sindaco? - perché si è cercato solo di cavalcare la questione per fini elettorali, senza mai entrare nel merito di quella che avrebbe potuto essere una scelta fondamentale per il futuro della città? - non è anche compito delle opposizioni rendersi responsabili quando le circostanze lo richiedono? Francamente questo scarica barile del Primo Cittadino ci lascia molto perplessi e non ci fa ben sperare per il futuro, ma accogliamo con grande interesse e curiosità la volontà espressa recentemente dal Sindaco Canelli di attuare un piano che prevede la creazione di 1500 nuovi posti di lavoro. Attendiamo quindi fiduciosi questa proposta, garantendo fin da ora la nostra collaborazione costruttiva e mai distruttiva, perché è questo che i cittadini chiedono alle forze politiche in campo ed è questo che pretendiamo dai nostri amministratori".