Novara - Nello scorso luglio, concludendo il tavolo di confronto sul tema delle condizioni di vita e di lavoro del personale delle attività commerciali dopo la totale liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali, il sindaco di Novara Andrea Ballarè aveva annunciato una iniziativa in sede Anci per stimolare una presa di posizione formale dell’associazione dei comuni che portasse a nuove iniziative legislative in materia. L’iniziativa dell’Anci non si è fatta attendere, e proprio martedì 17 settembre, nel corso di un’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, è stato consegnato un documento nel quale viene chiesto che “siano attribuite ai sindaci facoltà di coordinamento e riorganizzazione degli orari degli esercizi pubblici”, modificando così l’articolo 50 del Testo unico degli enti locali che aveva invece abolito i limiti giornalieri e orari.
«La riflessione che si è aperta tra gli amministratori locali a livello nazionale – spiega il sindaco - ricalca esattamente quella che abbiamo favorito a livello locale. Ci si è posti alcune domande non eludibili: e se le liberalizzazioni avessero creato un danno allo stesso principio di concorrenza che avrebbero voluto promuovere? E se avessero danneggiato anche la qualità della vita dei cittadini, a cominciare da quelle delle famiglie dei dipendenti degli esercizi commerciali? E da queste domande si è arrivati a formulare la proposta che è stata presentata in Parlamento, e che parte dal presupposto che solo a livello territoriale sia possibile trovare i giusti equilibri tra le esigenze in campo».
Presentando il documento nel corso dell’audizione, la delegazione dell’Anci ha spiegato, tra l’altro, come il tema abbracci più in generale la governance delle città: non si tratta della semplice regolamentazione degli orari, perché le ricadute di questo tipo di liberalizzazione sono importanti anche dal punto di vista sociale. Se in una famiglia si lavora sette giorni su sette, per esempio, vuol dire che non c’è più il tempo per prendersi cura dei figli o degli anziani a carico nei giorni di riposo.
«Oltre a questi aspetti – prosegue il sindaco – c’è più in generale il rischio di far saltare ogni elemento di reale possibilità di concorrenza. Il commercio di vicinato va comunque valorizzato e difeso, perché può concretamente rappresentare un ideale presidio del territorio e un’attrazione per cittadini e turisti. Mi auguro – conclude il sindaco – che la proposta degli amministratori locali possa trovare sostegno da parte del Parlamento e produrre una nuova normativa, finalmente adeguata alle necessità».