Novara - "La vicenda Agognate – Amazon - si legge in una nota de La Città in Comune - è tornata alla ribalta sulle pagine degli organi di stampa novaresi, dopo la notizia che Amazon si insedierà a Vercelli, con una articolazione di interviste e posizioni che rende conto del livello del dibattito politico in città. Il misto di arroganza, protervia e insipienza che emerge dall’intervista all’ex sindaco Ballarè rende chiaro, più di mille ragionamenti, il perché una notevole maggioranza dei novaresi lo abbia stroncato nelle recenti elezioni comunali. Capiamo che da un tifoso del jobs act e dei voucher, e da qualche suo sponsor, non ci si possa aspettare una qualche riflessione sulla qualità del lavoro, e dei suoi diritti, che propone l’insediamento Amazon. Noi che del lavoro, del suo valore, dei suoi diritti abbiamo fatto i nostri valori fondanti, continuiamo a ritenere che un lavoro “ricco”, ricerca ed innovazione rappresentino, in particolare per le caratteristiche del tessuto produttivo manifatturiero del territorio novarese, rappresentino l’obiettivo verso cui indirizzare ogni sforzo e il massimo delle risorse, non solo materiali, se si vuole attivare una reale ripresa e riattivare prospettive di futuro in particolare per le giovani generazioni Ma non è su questo che la città, e noi con essa, ha detto NO. Il NO è venuto ad una assurda speculazione che avrebbe cementificato una enorme area di terreno agricolo pregiato, mentre il territorio propone milioni di metri quadrati di aree produttive dismesse e milioni di metri quadrati di aree già finalizzate ad uso produttivo. A poche centinaia di metri da Agognate esiste, nel Comune di S. Pietro Mosezzo, un’area, più estesa di quella che si prevedeva per Agonate, destinata ad uso industriale, decisa e definita con un accordo di pianificazione sottoscritto dalla Provincia di Novara, il Comune di S. Pietro Mosezzo e il Comune di Novara. Val la pena ricordare che l’insediamento Amazon quando si realizzerà a Vercelli (tra l’altro non a centinaia di chilometri), si realizzerà su un’area già destinata ad uso industriale dal piano regolatore della città e non da un qualche Bertola di passaggio con una variante “ad personam”. A proposito, dalla sdegnata dichiarazione di Fabrizio Bertola, che “con Novara non ha più nulla a che vedere”, non ci sentiamo particolarmente scossi. Piuttosto fa invece un po’ tristezza registrare lo scadimento meschino ed offensivo delle invettive del direttore di Tribuna Novarese. Ed infine; nella sua intervista l’ex sindaco Ballarè prendendosela con i “signori del no” e i “tre personaggi” (l’uso di questa terminologia non vi ricorda recenti ragionamenti sulle “accozzaglie”?) fa notare come “le votazioni sulle questioni importanti, come il nuovo ospedale, sono sempre state all’unanimità”: è troppo chiedergli per una volta l’umiltà di interrogarsi sul fatto che forse, e per fortuna di Novara, non è l’unico detentore del sapere cosa è il “bene della città”?"
"A proposito del nuovo insediamento di Amazon a Vercelli - afferma invece l'ex consigliere comunale Sel, Alfredo Reali - leggiamo in questi giorni su alcuni organi di stampa una intervista all’ex Sindaco Andrea Ballarè nella quale esprime affermazioni che meritano alcune risposte. Noi, al contrario, pacatamente, ricordando la nostra esperienza fatta in Consiglio Comunale, proviamo a spiegare il nostro punto di vista: rispetto ad un iniziale convincimento scaturito da notizie annunciate, con particolare veemenza, da parte di Ballarè nei consueti incontri al tavolo di maggioranza, circa la possibilità che la famosa variante urbanistica di Agognate avrebbe attirato Aziende produttive sul nostro territorio, con le quali lui stesso affermava di avere concreti contatti, molte perplessità sono nate man mano che le procedure amministrative di variante al PRG venivano celermente presentate e , al contrario, per gli insediamenti produttivi paventati dall’ex Sindaco e l’arrivo di nuovi posti di lavoro cresceva la totale incertezza. Tantomeno le aziende da lui citate producevano alcun segnale capace di avvalorare quanto il Sindaco andava affermando. I dubbi sono cresciuti ancora di più a seguito delle affermazioni che i due proprietari, incontrati in una apposita Commissione Consiliare esprimevano: da una parte registrammo una indisponente arroganza del Presidente di Vailog (Bertola) che affermava il convincimento secondo il quale, solo successivamente alla valorizzazione dei suoi terreni agricoli a Novara potevano arrivare investimenti per il lavoro. Mentre l’altro proprietario della metà degli stessi terreni, mostrava totale e stupefacente indeterminatezza nella volontà di rendere le proprietà futuro luogo di investimenti industriali. Tutto ciò in risposta a legittime e preoccupate domande formulate dalla maggioranza dei Consiglieri Comunali presenti. Due fattori nel tempo, più esattamente, nei due anni successivi al febbraio 2014 hanno contribuito a farci cambiare idea. L’insediamento di Amazon in Agognate sostenuto dal Sindaco e da Bertola vista l’assenza di altre Aziende, diventava sempre più evanescente con il passare del tempo e la questione sempre più assumeva caratteristiche di speculazione tipica di quando tu compri un terreno che da agricolo passa a edificabile; inoltre qualora l’insediamento avesse assunto caratteristiche di concretezza, perché proprio su l’area di Agognate? (della quale solo una parte secondaria e non certo tutta era compromessa dai lavori TAV) e non su una vasta area del vicinissimo Comune di S. Pietro Mosezzo già urbanisticamente destinata a tale tipo di insediamento?; nel frattempo per quale motivo almeno altri quattro comuni piemontesi ( Torino, Alessandria, Casale M, Biella) affermavano l’arrivo di Amazon sul proprio territorio? A seguito di quanto sintetizzato sopra, nonostante il convincimento che la nascita di posti di lavoro avesse importanza primaria, in noi avanzava sempre più la convinzione che non doveva passare il concetto di consumare comunque suolo agricolo senza nessun ritorno che giustificasse tale scelta. Ciò andava anche a connettersi con un movimento che in città cresceva fino ad interessare oltre 5000 persone che, firmando un appello, richiamava il Consiglio comunale ad una maggiore attenzione nel considerare i numerosi spazi abbandonati e non utilizzati nella nostra città già destinati a scopo produttivo. Oggi apprendiamo che Amazon si insedierà a Vercelli su un’area – fatto di non poco conto – già prevista per uso industriale nel PRG, in tempi e modi totalmente diversi da quelli che l’ex Sindaco insieme al proprietario dei terreni ci avevano raccontato. Stessa cosa pensiamo sia accaduta negli altri Comuni prima citati. Noi pensiamo di non dover chiedere scusa ad alcuno, al contrario chieda scusa Andrea Ballarè per le promesse di un migliaio di posti di lavoro formulate solo con l’intento di promuovere la propria carriera politica. Si rammarichi del fatto che non è riuscito a prendere il volo nonostante le false promesse e ha pagato quanto doveva per il linguaggio e i modi usati durante tutto il suo evanescente mandato e che ancora oggi utilizza con espressioni del tutto scomposte. Da parte nostra, continuiamo a pensare che lo sviluppo della città si attua con la buona politica e deve essere rispettosa delle esigenze dei cittadini; deve considerare l’ambiente in cui vivono e mettere in campo opportunità vere di sviluppo di pregio e non di dequalificazione senza giochi che favoriscono unicamente gli appetiti politici del capo di turno".