Novara - Ripartenza è la parola d’ordine di oggi, ma quali sono i passi concreti non solo per farlo, ma per trasformare la crisi in opportunità? Per il vicepresidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Riccardo Lanzo si deve ripartire dall’Autonomia Differenziata e da una trasformazione dell’economia, nel solco di quanto richiesto dalle linee strategiche di Next Generation Eu. “La pandemia – spiega - ha acutizzato il problema dell’attribuzione di competenze Stato-Regioni: chi fa cosa? Il tema sanitario ha però insegnato come una ripartizione chiara sia fondamentale e come le Regioni, se dotate di strumenti per lavorare, riescano a raggiungere i risultati. Bisogna tornare a parlare di Autonomia Differenziata affinché ogni territorio possa declinare le proprie specificità e viaggiare più veloce, nella direzione della sburocratizzazione e degli investimenti mirati. La ripartenza del Piemonte passa da qui, dalle specificità del territorio che deve investire in bioeconomia, economia della cura e tecnologia dell’informazione. Questi sono i pilastri per tornare a crescere. E non parlo solo di Piemonte, ma di tutto il Nord. Le aziende devono beneficiare di aiuti che non siano più contributi a fondo perduto, come nella prima fase dell’emergenza Covid, ma sostegni da utilizzare come leva moltiplicatrice di risorse. Chi è in grado di stare al passo deve andare avanti e deve essere supportato”.
La Bioeconomia, che comprende un vasto insieme di attività industriali che vanno dalla produzione di risorse biologiche alla loro lavorazione, ha l’indubbio valore di rigenerare aree oggi marginali e di poter diventare un efficace acceleratore per l’innovazione sostenibile e per una peculiare specializzazione della nostra regione qual è l’agricoltura. L’Economia della cura, che include il settore dei servizi sanitari e della cura delle persone, è un ramo destinato a espandersi, vista la crescente domanda di salute e benessere e il progressivo invecchiamento della popolazione. “E poi esistono le opportunità tecnologiche che il Piemonte può già offrire, una infrastruttura intangibile importantissima che potrebbe accompagnare le nostre piccole imprese, le reti del saper fare e dell’imprenditorialità sociale verso la trasformazione dei loro prodotti e servizi per cogliere le opportunità del post Covid” precisa il consigliere della Lega.
In questo scenario, Next Generation Eu rappresenta quindi non solo uno strumento di sostegno a un tessuto industriale fortemente provato dalla crisi ma una vera e propria occasione di cambiamento strutturale e di definizione di un nuovo modello economico e sociale. “La chiave delle politiche industriali del prossimo decennio – prosegue il presidente della commissione Autonomia - sarà rappresentata dalla capacità di scegliere traiettorie di sviluppo capaci di tenere insieme la creazione di ricchezza attraverso la competitività industriale con la tenuta sociale e occupazionale, scelte non sempre perfettamente compatibili e che richiedono un preciso bilanciamento. Ciò, infine, è reso più complesso dal fatto che interi settori industriali sono attraversati da discontinuità profondissime che rappresentano insieme minacce e opportunità da cogliere. Per questa ragione sarà importante scegliere traiettorie industriali che combinino gli aspetti di innovazione con quelli di coesione e inclusione sociale”.
Due sono le grandi reti imprenditoriali in grado di generare valore economico e coesione sociale, se adeguatamente supportate: le reti del saper fare e le reti dell’imprenditorialità sociale. Con le prime si intendono le reti di piccole imprese, artigianato, commercio, turismo, aziende agricole, industria creativa, ancora ricche di spirito imprenditoriale e capacità ma spesso spiazzate dalle trasformazioni indotte dalla digitalizzazione e dalla trasformazione delle filiere globali. Con le seconde si intendono quelle realtà del terzo settore imprenditoriale, quali cooperative, imprese sociali, associazionismo evoluto, insieme a start up a vocazione sociale e benefit corporation, capaci di produrre congiuntamente valore economico e sociale e insieme capaci di intercettare, se adeguatamente supportate, una domanda di servizi evoluti, legati al welfare personalizzato e di precisione. Il rapporto “Jobs of Tomorrow: Mapping Opportunity in the New Economy”, presentato a Davos nel 2020 certifica che la quarta rivoluzione industriale porterà grandi opportunità di impiego, riqualificazione e nuove professioni. Queste ultime quantificate in 6,1 milioni di opportunità legate a nuovi lavori nel biennio 2020-22, concentrati nell’economia della cura, nell’economia verde e nei lavori legati al paradigma tecnologico dell’intelligenza artificiale e della data science. “E’ per questo che il Piemonte deve procedere in questa direzione, per ripartire davvero e per intercettare i fondi di Next Generation EU” conclude il consigliere Lanzo.