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LE SCELTE DI COTA PER LE NOMINE AL PARCO DEL TICINO E DEL LAGO MAGGIORE IL CENTROSINISTRA ESPRIME FORTE PREOCCUPAZIONE PER IL DESTINO DELL’ENTE

Novara - "Per diverse settimane - scrivono Elena Ferrara, Daniela Mortarotti, Maria Lucia Infantino, Carlino Sensolo - è stata alta l’attenzione di tutte le forze novaresi di centrosinistra rispetto alle nomine dell’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, vicenda che si è conclusa il 30 dicembre 2011 con i provvedimenti del Presidente della Giunta regionale Roberto Cota. Molti i segnali lanciati a diversi livelli politico-istituzionale affinché si tenesse conto, nell’individuare i cinque membri del Consiglio di Amministrazione, delle competenze e della territorialità evitando la solita spartizione di sedie. Oggi, alla luce del diffondersi della notizia, le reazioni del territorio non si sono fatte attendere e il grido di allarme del centrosinistra si è trasformato in forte preoccupazione perché  il Cda che è stato confezionato da Cota appare decisamente funzionale, e non solo per appartenenza politica, ad una nuova politica circa le aree protette. Chi ha visionato i curricola dei candidati ha certo potuto osservare che la logica delle scelte non è stata quella delle competenze specifiche a partire dal Presidente Mario Marco Avanza, agricoltore che non risiede né opera nell’area, peraltro piuttosto estesa, del nuovo ente parco, proseguendo con Antonio Alessandro Bellan (presidente provinciale di Federcaccia), Adriana Balzarini e Paolo Nessa (assessori al comune di Verbania e di Romentino con deleghe che non riguardano l’ambiente) e Alberto Pilone (vicesindaco di Pombia). La precedente impostazione dei consigli di gestione dei parchi regionali ha sempre avuto la presenza di rappresentanti di tutti i Comuni territorialmente interessati, oltre ai rappresentanti di Regione e Provincia. La logica del cambiamento ha prodotto una Legge regionale ad hoc, come sottolinea il segretario provinciale della Lega Luca Bona, normativa che, diciamo noi, prevede un meccanismo blindato delle nomine degli organismi; il tutto per eludere il confronto con appartenenze e competenze diverse. E la Lega definisce tutto questo “trasparente”. Se fosse così non si verificherebbero i dissensi da parte dei Comuni che non si sentono rappresentati dal Consiglio di Amministrazione del Parco ed è ben comprensibile il disagio dei sindaci che, peraltro, in seno alla Comunità del Parco (organo di tipo consultivo) avevano sottolineato proprio il rispetto di rappresentanza della territorialità come criterio da osservare per le nomine. Cota ha probabilmente agito così in tutto il territorio regionale, ma nel novarese molti si chiedono come abbia potuto nominare addirittura come presidente un uomo, sicuramente con precisa appartenenza politica, ma non appartenente a quella vasta porzione di provincia e di comunità che da decenni ha maturato esperienze specifiche nell’ambito di aree tutelate riconosciute anche a livello europeo.  Le consigliere regionali Giuliana Manica e Monica Cerutti hannno presentato interrogazioni urgenti per conoscere le motivazioni delle scelte di Cota. Quello che però appare evidente dalle repliche dell’Assessore regionale  Casoni e dai commenti del Presidente Cota riportati da La Stampa il 7 gennaio, è che si sia voluto fare piazza pulita rispetto ai precedenti amministratori “basta con l’autoreferenzialità, basta con la volontà di tutelare posti e privilegi” (Roberto Cota) per poter così rivedere profondamente le politiche di intervento del Parco del Ticino e del Lago Maggiore. La discontinuità con il passato è assoluta: “Sino ad oggi i parchi sono stati solo costi vivi”. Obiettivi: produrre reddito e favorire investimenti di privati (Casoni). L’ottimizzazione delle risorse, accorpando le diverse realtà in un unico Ente necessita, secondo noi, uno sforzo considerevole in termini di conoscenze, capacità e competenze nel settore specifico. Le forze novaresi di centrosinistra hanno espresso in passato competenze importanti in questi ambiti, a cominciare dai Presidenti Pietro Mocchetto e Sergio Vallini e tanti altri collaboratori; sono figure che meritano il ringraziamento delle nostre comunità per il lavoro svolto e che vanno ringraziate anche per aver offerto la propria disponibilità, purtroppo non raccolta, a collaborare nel nuovo Ente. Vigileremo con grande attenzione sull’operato del Cda che, quale esito di forti tensioni  interne al centrodestra (tre posti al Pdl e due alla Lega) non può che destare forti e reali preoccupazioni per il futuro dei nostri parchi naturali".