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Lettera aperta di Zinetti alla consigliera Allegra

"SI RICORDI DI SUO NONNO GIULIANO CHE DA SINDACO GARANTI’ LA LIBERTÀ’ D’ESPRESSIONE AL MSI!"
Milù Allegra

Novara - Lettera aperta di Valerio Zinetti alla prof.ssa Emanuela Allegra, consigliera comunale e provinciale (Pd). "Premetto che non La conosco personalmente: conosco Lei per quanto di dominio pubblico, cioè il suo ruolo di esponente di un partito con posizioni che dire antitetiche rispetto alle mie sarebbe un eufemismo. Tuttavia, conoscendo anche una persona della Sua famiglia, non le scrivo certo animato dal rancore. Per me il concetto di libertà significa regole comuni che garantiscono a persone con valori diversi di convivere civilmente. Non certo l’ imposizione degli stessi dogmi per tutti. Credo che  garantire anche ai più viscerali avversari i diritti di libertà voglia dire difendere i propri; non farlo significherebbe avvallare la loro privazione. Dal 2013 (la mia militanza politica parte dal liceo) faccio parte dell’Associazione Culturale Lealtà Azione. Associazione che da Lei è stata definita come gruppo che non deve avere agibilità politica nella Provincia di Novara dopo avere tenuto un proprio evento in un locale privato nel Comune di Oleggio. Mi sento in dovere di scriverLe in merito perché a quell’iniziativa ho partecipato attivamente e nella locandina risultava il mio nome come relatore. Lei nel suo intervento ha  invocato erroneamente due leggi della Repubblica Italiana, quali la Scelba e la Mancino. Queste leggi le ho conosciute per motivi professionali (lavorando come praticante avvocato in uno studio legale a Milano che si occupa di diritto penale) e Le posso dire che solo quest’anno su quattro procedimenti che vedevano imputati membri dell’Associazione  per apologia di fascismo ed odio razziale, vi sono state tre assoluzioni (di cui una confermata anche in appello) e un’archiviazione da parte del Tribunale di Milano. Sentenze che incidentalmente hanno dichiarato che l’Associazione stessa non viola alcuna delle due leggi da Lei invocate, che io comunque non esito a ritenere reati d’opinione anacronistici che andrebbero abrogati.  Arrivo al cuore del mio discorso. La vorrei riportare nel 1953, quando la città di Novara era governata da suo nonno, il Sindaco Giuliano Allegra. Stimato avvocato, esponente democristiano, non aveva passati fascisti (a differenza di molti esponenti del PCI) da farsi perdonare. Il 12 Aprile del 1954 Allegra concesse il Teatro Faraggiana al Movimento Sociale Italiano per un comizio al quale prese parte l’On. Ezio Maria Gray, parlamentare missino con un passato da gerarca fascista. La reazione del Partito Comunista novarese fu una manifestazione fuori dal Teatro per impedire lo svolgimento della manifestazione; il locale giornale della federazione comunista “La Lotta” il successivo 14 aprile parlò di una vera e propria “alleanza Gray – Allegra” definendo Suo Nonno il “camerata Allegra”. Venne scritto dagli allora padri politici del Suo partito:  “Per quale ragione il D.C. Allegra ha procurato un salvacondotto al fascista Gray spianandogli tutti gli ostacoli e concedendogli il Teatro Faraggiana senza nemmeno consultare il suo gestore? Forse Allegra ha sentito il richiamo pungente della foresta, una pungente nostalgia dell’Era in cui i gerarchi regnavano incontrastati (…). Il Sindaco Allegra ha dunque gettato la maschera. Se i fascisti gli possono dare una mano ben vengano (…). Allegra ha dunque scelto Gray e punta le sue speranze per recuperare i voti dei criminali fascisti (…). Di fronte alle proteste dei rappresentanti delle forze democratiche ha risposto che lui è il Sindaco di tutti i cittadini. Questo vuol dire forse che deve tutelare e proteggere dei malfamati gerarchi fascisti tipo Gray?”. Se i politici di allora avessero messo in pratica la lezione di libertà che diede il Sindaco Allegra quel giorno probabilmente l’Italia non avrebbe visto la guerra civile che partendo dagli scontri per il Congresso del MSI di Genova nel 1960 terminò con cruenti omicidi politici (con vittime di entrambe le fazioni) che si protrassero fino ai primi anni ‘80. Perchè a ciò portò la delegittimazione di un’intera area d’opinione pubblica che pur professando gli stessi valori del passato regime voleva comunque partecipare alla vita dell’Italia repubblicana. Le oggi si batte nelle sedi istituzionali contro ciò che suo Nonno da Sindaco garantì. E’ vero che i nipoti non devono per forza avere le stesse idee dei nonni, ma Le assicuro che da un gesto come quello di Allegra nei confronti del MSI la classe politica odierna avrebbe solo da imparare. Una parentesi. Questo documento su Suo nonno l’ho reperito mentre scrivevo nel 2015 la biografia di Ezio Maria Gray. Quando nel novembre dello stesso l’Associazione Memento organizzò la presentazione del volume alla libreria Lazzarelli, quest’ultima dovette tre giorni prima dell’evento disdire la sala perché alla libreria giunsero minacce da un sedicente “Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre”. Il libro fu ugualmente presentato nella sala dell’Albergo Italia, ma fu una brutta scena vedere come in  Stato di diritto l’arroganza di pochi tentare di impedire una presentazione libraria. Allora non ricordo prese di posizione del Suo partito per chiedere la censura dell’evento. Forse ad avere disturbato i sonni di luglio è stato il fatto che non sia stato possibile censurare e impedire l’evento di Oleggio. Delegittimare ciò che né la legge né la magistratura ritengono fuori dalla legalità non è “un’occasione persa” (come Lei ha definito la bocciatura della Sua mozione), bensì un pericolo da scongiurare per evitare che dalla negazione del diritto all’esistenza politica si passi a negare altri tipi di esistenza. E questo a garanzia di tutti, non solo di chi la pensa come il sottoscritto".