Novara - "Azzeramento - ci scrive il blogger novarese Domenico Ascone - della vita sociale, del riposo dopo una settimana di lavoro, della possibilità di costruire e di vivere una vita famigliare, di coltivare i propri interessi compresa, per i credenti, la pratica religiosa. Il tutto rischiando danni economici in un periodo già difficile per le aziende, soprattutto a conduzione familiare. E’ questo il sunto del mio pensiero sulle aperture domenicali. Negozi aperti fino a sera tardi, anche alla domenica: è la possibilità introdotta dal governo Monti nel decreto salva Italia. Una novità che porta sì vantaggi per il consumatore, ma che rischia anche di mettere in ginocchio i piccoli commercianti e gli esercizi a gestione familiare, che sarebbero costretti, per reggere la concorrenza dei grandi centri commerciali, a sostenere maggiori spese per il personale, o ad affrontare ritmi di lavoro insostenibili. Il riposo è il compimento del lavoro, senza riposo il nostro lavoro non giunge mai al suo fine e diventa quindi alienazione. A che serve lavorare e produrre senza un attimo in cui potersi fermare e godere del frutto del proprio lavoro? A chi giova questa ansia di lottare questa frenesia che ci rende incapaci di fermarci e godere? In questo modo finiamo col perdere il senso stesso del lavoro, che diventa un lavoro da schiavi. Non è forse ciò che caratterizza lo schiavo rispetto all’uomo libero il fatto che lo schiavo non può decidere quando fermarsi? Siamo certi, poi, che l’apertura domenicale incrementa le vendite? Non sono così molto convinto, ritengo che se avessi bisogno di un bene lo andrei a comprare anche di sabato o durante la settimana. Tenere sempre aperto non serve ad aumentare i consumi perché se una famiglia può spendere 100 euro, sempre 100 ne spende anche con un giorno in più a disposizione. Anzi negli ultimi tre anni si è assistito ad un calo, non solo per la crisi, ma anche perché certi consumi si sono saturati. In questa fase cosi delicatissima per il Paese, l’apertura domenicale, non aiuta lo sviluppo, il consolidamento dell’occupazione, la ripresa dei consumi, anzi si aumenteranno ulteriori elementi di precarietà nel lavoro dipendente e si apriranno nuovi conflitti sociali. Inoltre vorrei ricordare che dietro queste aperture straordinarie ci sono persone che sono totalmente sacrificate, che a volte nemmeno hanno un aumento in busta paga dato che al posto della maggiorazione per la festività si trovano a recuperare le ore con permessi extra. La crisi economica che stiamo vivendo è prima di tutto una crisi valoriale, pertanto serve ragionare attentamente sul significato che vogliamo attribuire al nostro vivere insieme e al necessario spazio che al suo interno devono avere momenti comunitari di convivialità e riflessione come la Domenica. o altre festività. Si tratta dunque di valorizzare nuovi stili di vita più umani e non basati solamente sul consumismo. Riflettiamo su tutto questo e invece di andare a fare la spesa di Domenica, andiamo a fare un giro in bicicletta con i nostri figli, andiamo a trovare i nostri nonni che saranno sicuramente contenti, usciamo all’aria aperta con in nostri amici, entriamo in una gelateria e con spensieratezza e senza ansia da acquisti camminiamo per le nostre belle città".