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Locarni e le ambiguità della Provincia sulla discarica di Barengo

Gian Carlo Locarni (Lega Nord)

Novara - Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni di Gian Carlo Locarni, responsabile per le tematiche ambientali della Lega Nord: "Nel condividere le preoccupazioni e la ricerca di un percorso atto alla risoluzione con il minor impatto ambientale per la discarica di Barengo non posso esimermi dal sottolineare l’ambiguità che si evince nelle dichiarazioni del presidente della provincia  Besozzi e del consigliere delegato sulla materia Cremona. Basta ripercorrere l’iter politico amministrativo della passata giunta provinciale e del consiglio per capire, senza ombra di dubbio, come i due organi provinciali si fossero espressi negativamente sull’ipotesi di un inceneritore in seno al territorio novarese, portando il percorso ad un’incentivazione dello sviluppo per un impianto di recupero di nuova generazione. Fermo restando l’ottimo lavoro espresso dai due consorzi competenti, debbo ahimè porre l’accento sulla disarmante faciloneria con cui  si vuol far credere che ormai deciderà tutto il famigerato, quanto mai auspicato, sblocca Italia. Dimenticandosi però che suddetta legge porta la firma di coloro che con l’attuale amministrazione provinciale condividono il credo politico filosofico, gli stessi che quando erano in opposizione si stracciavano le vesti erigendosi a strenui difensori dell’ambiente ed ora semplici “cuscinetti” per attutire il peso, che speriamo il territorio non debba mai sopportare, di decisioni calate dall’alto. Ricordando altresì che la migrazione dei rifiuti verso altre sedi porta inevitabilmente un aggravio dei costi di trasporto, i quali ricadranno sull’utente finale, mentre la filosofia della raccolta differenziata si basa sul risparmio del conferimento in discarica incentivandone la stessa con minori costi per gli utenti. Vorrei inoltre ricordare che i carichi termici degli impianti vengono lasciati appositamente non a pieno regime nel funzionamento per sopperire a qualsivoglia criticità( esemplificando l’impianto del Gerbido a Torino ha una disponibilità non ancora utilizzata superiore al 20%) e come si evince nello sblocca Italia si andrebbe alla saturazione dei carichi termici conferendo il rifiuto di ambiti differenti a quello per cui gli impianti svolgono il proprio lavoro. La stessa autorizzazione che viene sottolineata nello sblocca Italia non porta a sottolineare alcuna differenza tra rifiuti urbani o speciali dando facoltà al governo di imporre degli smaltimenti non più controllabili dagli enti locali ed allora mi domando: nell’auspicio che l’iter regionale assuma un percorso improntato alla difesa ambientale, coloro che fino a ieri erano ambientalisti convinti non sarebbe opportuno che evitassero l’inglorioso gesto di Ponzio Pilato non derogando con una semplice affermazione non è di nostra competenza? Non sarebbe opportuna nell’interesse collettivo attuare quella moral suasion che porterebbe solo benefici al territorio ed ai propri cittadini? Auspicando che costoro capiscano l’importanza del percorso da intraprendere, che giocoforza sarà vincolante per i decenni futuri, il sottoscritto sarà sempre pronto a far la propria parte nel sensibilizzare il percorso migliore nell’ambito della difesa ambientale. Termino ricordando quanto da me sempre affermato: le tematiche ambientali non hanno colore politico ma risiedono nella sfera del buon senso personale e amministrativo".