
Novara - "Fermo restando che nonostante il Governo italiano cerchi di far passare in maniera silenziosa l'avvicinarsi del 17 aprile - scrive in una nota stampa Gian Carlo Locarni, responsabile delle politiche ambientali della Lega Nord - data in cui si svolgerà il referendum, che in modo restrittivo, è stato denominato No-TRIV e affermando che noi voteremo SI, di seguito argomenterò il perché di detta scelta, si badi non importa che uno non condivida la nostra scelta l'importante e che ci si possa esprimere in un senso o nell'altro, anche se un po’ più di lungimiranza governativa, accorpando il referendum alle amministrative avrebbe fatto risparmiare circa 380 milioni alle casse dello stato. Il quesito riguarda la totale eliminazione della possibilità per le società energetiche di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane fino all'esaurimento dei giacimenti per cui già dispongano di “titoli abilitativi” o abbiano procedimenti in corso volti ad attribuire loro tali titoli. Abolendo tale possibilità si renderà fra l’altro più coerente l’ordinamento in materia, dato che il comma 17 dell’art. 6 del decreto legislativo n. 52 del 2006 in materia di salvaguardia ambientale ha già disposto il divieto “ai fini di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”, delle “ attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare” sia all'interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale e più in generale “nelle zone di mare poste entro dodici miglia dalle linee di costa lungo l’intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette”, fatti salvi però, secondo la modifica introdotta dall’art. 35 della legge n. 134 del 2012, la cosiddetta “legge di Stabilità”, i procedimenti in corso, ai sensi della legge n. 9 del 1991, nel momento dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 128 del 2010 e quelli conseguenti e connessi, nonché i “titoli abilitativi” già rilasciati alla medesima data, con relative possibili proroghe e procedimenti conseguenti e connessi. Il referendum si propone per l’appunto di porre fine alle deroghe appena menzionate, che rappresentano a ben vedere, per l’ambiente e l’ecosistema, una minaccia non minore di eventuali ulteriori provvedimenti concessori od autorizzatori. Infatti, se le attività in questione, e cioè la ricerca, prospezione e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi in mare, sono nocive per ambiente ed ecosistema, lo sono in ogni caso, e non a seconda di quando sia stato iniziato il procedimento o emesso il provvedimento che le ha consentite. La natura, come oramai dovremmo avere imparato, ha leggi e tempi ben diverse da quelle poste, con linguaggio a volte difficilmente comprensivo ai più, come in questo caso, da legislatori che sembrerebbero più attenti ai presunti diritti quesiti delle lobby petrolifere che a quelli imperituri e fondamentali dell’ambiente, in questo caso dell’ambiente marino. Sul perché lo abbiano fatto sono possibili ipotesi ed illazioni che lascio a Voi. Quello che è certo è che si tratta di scelta assolutamente inaccettabile e sbagliata, specialmente se pensiamo che siamo ad appena qualche mese dalla Conferenza di Parigi che avrebbe dovuto segnare un deciso cambiamento di rotta su di un tema fondamentale per l’avvenire stesso dell’umanità come il cambio climatico. Votare SI al referendum significa sostanzialmente lanciare un messaggio chiaro al Governo ovvero non si impegnino risorse economiche ed umane in un percorso retrogrado come quello della ricerca dei combustibili fossili ma bensì ci si impegni in un percorso che aggiunga risorse economiche ed umane verso le rinnovabili. A fronte di tutto questo saremo presenti nelle piazze italiane nelle giornate del 9 e 10 Aprile per ulteriori chiarimenti sul tema ma soprattutto per dire: recatevi a votare e votate Sì".