Share |

Locarni (Lega Nord) sui presunti profughi

Gian Carlo Locarni

Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Gian Carlo Locarni (Lega Nord): "Visto la problematica che si sta accentuando sui nostri territori e all'indomani di varie assemblee pubbliche riguardanti il fenomeno dei presunti profughi, sottolineando altresì le affermazioni dell'assessore regionale preposto. Chiediamo all'assessore Cerutti dove sono le risorse e chi paga tutto il socio-assistenziale e il servizio sanitario da garantire al 16,5% di chi ottiene asilo politico e al 33,7% che ottiene altre forme di protezione? Un fenomeno che non va minimizzato Nei prossimi anni migliaia di clandestini “sans-papier” circoleranno in Piemonte, in quanto clandestini, con grave rischio sociale e per la sicurezza. Altre migliaia di altri senza permesso internazionale ma non rimpatriabili per motivi umanitari, invece accederanno a tutti i servizi socio assistenziali e sanitari, alla pari dei cittadini italiani. Quale stato sociale si profila e quale sicurezza per i Piemontesi? L’Assessore Regionale Monica Cerutti, decantando le proprietà e le virtù attuali (e future) del Sistema Accoglienza dei migranti in Piemonte, riesce anche a dichiarare che non c’è alcuna emergenza profughi. Se in 18 mesi ne sono arrivati in Piemonte 11500, in 9 anni saranno circa 70000, solo nella nostra Regione. Se qualcuno ha le prove che questa migrazione si fermerà mai, lo dica, perché dire che “oggi” sono pochi vuol dire offendere i lettori e i cittadini. Accoglienza a tutti i costi, quasi una gara, ma dopo cosa succederà? Nessuno se ne occupa. Le statistiche ufficiali dicono, prendendo a campione i primi 5 mesi dell’anno in Piemonte, che solo 16,5% - meno di un quarto! - ottiene lo stato di asilo politico, mentre 33,7% viene tutelato con la protezione sussidiaria e quella umanitaria, a questi viene rifiutato lo status di asilo politico ma, semplificando, siccome correrebbero seri rischi nell’essere rimpatriati. Le protezioni alternative come vediamo sono la quota più consistente, riguarda persone che pur sbarcati/arrivati clandestinamente, possono restare in Italia, accedere al lavoro, beneficiare del servizio socio assistenziale rispettivamente fino a 2 anni e fino a 5 anni, rinnovabili. Per loro la completa tutela socio-assistenziale (assegno sociale, pensione agli invalidi civili, assegno di maternità, assegno per il nucleo familiare con tre figli minori) e sanitaria (che quindi visto lo stato sociale in cui versano, prevede l’esenzione dai ticket sanitari). Con i chiari di luna che i Comuni hanno per sostenere le fasce deboli della popolazione residente, certamente qualche domanda occorre porla. Chiediamo all’Assessore Cerutti: - 1) A) Dove sono le risorse e B) Chi paga tutto il socio-assistenziale, e il servizio sanitario del nostro paese che viene garantito al 16,5% di chi ottiene asilo politico e al 33,7% che ottiene altre forme di protezione. In particolare, gli assegni sociali, di invalidità, famigliari, nonché la tutela del Servizio Sanitario, che vengono o verranno erogati, sono quindi a carico della Regione e quindi vengono pagate con le tasse dei Cittadini? - 2) Dal momento che possono anche accedere agli alloggi di edilizia popolare, al pari dei cittadini italiani ai quali sono parificati, ha valutato l’Assessore Cerutti e la Giunta Chiamparino se ci sono case popolari per tutti quanti, o se si rischia come già avviene che gli italiani possano accedervi sempre di meno? Sostanzialmente, per un verso o per l’altro, in Piemonte, il 50% dei presunti profughi comunque vada, anche se non ne avrebbe avuto motivo (33%), ottiene i benefit socioassistenziali, sanitari, e lavorativi del cittadino italiano, sebbene temporaneamente, ma soggetti comunque a rinnovo. Certamente un ottimo richiamo a provarci, a forzare i confini, per cui è lecito aspettarsi una progressiva invasione della nostra Regione. - 3) Cosa succede al 50% dei richiedenti asilo che vedono la domanda bocciata anche dopo il ricorso e dopo i circa 2 anni che servono per espletare le varie fasi, dal momento che diventano quindi CLANDESTINI e devono per legge essere ESPULSI e RIMPATRIATI? Nessuno pensa a questo in questa gara dell’accoglienza a tutti i costi, remunerativa per alcuni ma non certo per i cittadini, ma è chiaro che ogni anno verranno generati migliaia (in Piemonte, in un ottica di 9 -10 anni, una stima di 45000) clandestini da rimpatriare che circoleranno sul nostro suolo ai margini della società, e che non solo avranno magari fatto perdere le loro tracce, ma che comunque non avremo nemmeno i mezzi per poterli rispedire nei paesi di provenienza (di nuovo, dove sono i soldi?). Siccome è evidente che l’Europa non farà passare oltre i clandestini, e si stanno di fatto erigendo muri fisici o oltre a violazioni del trattato di Schengen, si creerà in Piemonte come in Italia un vero esercito di “Sans Papier” compressi nei nostri confini, ma anche “invisibili”allo Stato, che alimenteranno enormi problemi sociali, micro o macro criminalità. Non è difficile ricondurre la situazione attuale ad una serie di provvedimenti sbagliati, chissà se dettati dall’Europa, da parte del Governo che nel 2013 con il Premier Enrico Letta ha ratificato il trattato di Dublino 3, nonostante il fenomeno “barconi” e un nuovo rischio esodo biblico fosse noto, e grazie poi anche all’abolizione del reato di immigrazione clandestina, insieme ad una politica inconsistente di difesa dei propri confini. Non dimenticando l'enorme esposizione economica sottratta alle difficoltà dei nostri cittadini per immetterla nella gestione pressappochista è incapace del fenomeno presunti profughi, una gestione che se paragonata ad un complesso dirigenziale privato comporterebbe l'immediato licenziamento dei funzionari e politici nei ruoli apicali dell'azienda stessa ma si sa nel carrozzone italico chi paga rimane sempre l'utente finale e cioè il cittadino ed il territorio che ha la sventura di essere partecipe,suo malgrado, a cotanta azione maldestra".