
Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Gian Carlo Locarni, referente delle politiche ambientali della Lega Nord: "Ha preso il via questa settimana presso il Consiglio regionale la discussione sul piano rifiuti che dovrà porre gli obbiettivi della gestione fino al 2020. Nonostante l’enfatizzare nelle proprie dichiarazioni da parte del Partito Democratico, il piano regionale rimane quanto di più retrogrado si potesse mettere in campo da un punto di vista amministrativo. Gli obbiettivi di suddetto piano sono miseri se non addirittura frutto di forte miopia amministrativa. Come non criticare un piano che porta la soglia di raggiungimento della differenziata al 65%, quando in molti territori piemontesi detta soglia è già superata da tempo e conseguentemente il tasso complessivo del 50% di riciclaggio rimane limitato per non soffermarsi sul residuo non riciclabile che tale piano tenta di stimare al 2020 in circa 670 tonnellate annue nella quale eccedenza si pone l’incenerimento o lo smaltimento fuori regione. Senza tediare i meno tecnici non posso che affermare come anche i costi di attuazione saranno inevitabilmente onerosi per i cittadini piemontesi, stimati tra i 100/140 milioni di euro, ma senza avere la sfera magica e per far si che anche Torino sia a regime con gli altri ambiti non si può che credere che dette economicità saranno inevitabilmente sforate in eccesso. Concludendo , ricordando che i nostri emendamenti sono stati bocciati i quali chiedevano un po’ più di coraggio e lungimiranza amministrativa, nel piano regionale non si cassa definitivamente la possibilità di nuovi impianti per la termovalorizzazione dei rifiuti residuali e quindi non si capisce come si possa enfatizzare tale piano che di economia circolare non ha nulla se nonché l’enfatizzazione del piano stesso".