Novara - Interessante interrogazione dell'on. Giovanni Falcone (Pd) su un tema di estrema attualità nelle nostre zone: i frontalieri. "Al Ministrodegli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.Per sapere – premesso che: -Domenica 25 settembre 2016, gli elettori del Ticino hanno deciso di approvare il referendum anti-transfrontalieri, premiando l’iniziativa popolare “Prima i nostri” della destra nazionalista Udc che ha ottenuto il 58% di consensi; - con l’approvazione del referendum si stabilisce “di privilegiare sul mercato del lavoro, a qualifiche simili, i lavoratori che vivono sul territorio rispetto a coloro che vengono dall’estero”; - si chiede, inoltre, che “nessun cittadino del territorio del Ticino venga licenziato a seguito di una decisione discriminatoria di sostituzione della manodopera indigena con quella straniera (effetto di sostituzione) oppure debba accettare sensibili riduzioni di salario a causa dell’afflusso indiscriminato della manodopera estera (dumping salariale)”, mentre “nelle relazioni con i Paesi limitrofi” le autorità dovrebbero modulare “il mercato del lavoro in base alle necessità di chi vive sul territorio del Cantone”; - i promotori del referendum chiedono ora una modifica della Costituzione ticinese che deve essere autorizzata dal Governo della Confederazione Svizzera; - il Consiglio di Stato ticinese - l'esecutivo cantonale - ha ricordato i problemi di applicazione di 'Prima i nostri', ma ha annunciato che verrà "costituito un gruppo di lavoro per elaborare un testo di legge che applichi il nuovo articolo costituzionale"; - La Svizzera non è uno Stato membro dell’Unione europea ma persegue la sua politica europea sulla base di accordi settoriali bilaterali beneficiando dell’accesso al mercato dell’unione e dovendo, quindi, sottostare e riconoscerne le libertà fondamentali, tra cui la libertà di circolazione; - la portavoce della Commissione europea MargaritisSchinas, ha ricordato, nei giorni scorsi, che il risultato "non renderà più facili i negoziati già in corso” e il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker ha più volte chiarito che le quattro libertà fondamentali del mercato unico sono inseparabili, per ribadire che, nel contesto svizzero, la libertà di circolazione dei lavoratori è fondamentale"; - intanto, però, noncurante dei moniti della Commissione Europea, una parte significativa dei cittadini dellaConfederazione Svizzera ha ribadito il suo orientamento sul tema, tanto che il referendum approvato, segue all’approvazione di un altro referendum del febbraio 2014 "contro l'immigrazione di massa", col quale si èstabilito che entro tre anni la Confederazione Svizzera dovrà fissare dei tetti massimi per i permessi di dimora e contingenti annuali per tutti gli stranieri, calcolati in funzione dei bisogni dell’economia, sul mercato del lavoro la preferenza sarà data agli svizzeri e i trattati internazionali contrari a queste regole, come l’Accordo di libera circolazione delle persone con l’Unione europea (UE), essere rinegoziati; -di recente, inoltre, le autorità del Ticino hanno imposto l'obbligo di presentare il casellario giudiziale per il rilascio dei permessi di dimora e di lavoro, per cui l'Italia ha già chiesto alla Commissione Ue di avviare una procedura di infrazione contro la Svizzera; - sempre in Ticino è stata bocciata l’iniziativa “Basta con il dumping salariale”, promossa da uno schieramento di sinistra per fronteggiare le polemiche su un livello medio più basso dei salari dei frontalieri; - Ogni giorno oltre 60mila persone arrivano nel Cantone svizzero dall'Italia; in Svizzera vivono circa 600mila italiani e tra l’Italia e la Svizzera c’è una lunga frontiera che rappresenta una delle porte verso il nord e il mercato unico; - da un articolo di Repubblica Economia e Finanza si apprende che l'IRE, l'Istituto di Ricerche Economiche dell'Università della Svizzera Italiana di Lugano, su mandato del Parlamento ticinese e del Ministero delle Finanze elvetico ha condotto un'approfondita ricerca frutto di un'indagine realizzata su 328 aziende; dalla suddetta ricerca emergerebbe che tra i principali motivi di assunzione di frontalieri spiccano "le carenze di competenze fra i residenti" e che "il reclutamento di lavoratori stranieri, da parte delle aziende ticinesi, è dovuto al fatto che il candidato straniero ha semplicemente mostrato il profilo più adatto per il posto da ricoprire"; - nonostante, quindi, un forte apprezzamento dei lavoratori stranieri, e quindi italiani, da parte delle aziende ticinesi derivante dall’elevata professionalità degli stessi, la direzione politico-sociale verso cui il Ticino, ma anche l’intera Svizzera, si sta orientandosembra, invece, manifestare una sempre più crescente insofferenza verso tali lavoratori ma, in particolar modo, verso i lavoratori italiani, rilevato che il maggior numero di frontalieri viene proprio dal nostro Paese; - l’applicazione del voto referendario potrebbe avere delle gravissime ripercussioni sui lavoratori frontalieri italiani e causare, di conseguenza, una grave frattura con la Confederazione che potrebbe inficiare anche i vantaggi derivanti da accordi Ue -Svizzera; - quali siano le iniziative che il Governo intenda adottare nei confronti della Confederazione Svizzera per fronteggiare le suddette misure in violazione dell’accordo europeo sulla libera circolazione delle persone del 1999, manifestamente discriminatorie nei confronti dei lavoratori italiani e in contraddizione con lo stato delle relazioni bilaterali; - quali siano le iniziative che il Governo intende adottare affinchévenga promossa da parte dell’Unione Europeaun’azione mirata nei confronti della Confederazione Svizzera tesa al riconoscimento della libera circolazione, parità di trattamento e protezione sociale dei lavoratori frontalieri nell'UE; - quali misure concrete intende adottare il Governo per tutelare, con immediato effetto, i lavoratori frontalieri italiani".
Nell'articolata risposta da parte del Governo si evince che ci sono già stati dei colloqui a livello ufficiale tra il premier Gentiloni e il suo collega Bertoli; inoltre le autorità elvetiche si sono dichiarate a favore degli accordi internazionali in essere con l'Italia e gli altri Paesi Ue a tutela dei lavoratori provenienti dall'Unione Europea. Infine la Farnesina intende monitorare le modalità con le quali la legge viene applicata; si assicura poi che il Governo continuerà a seguire attentamente gli sviluppi della questione e a vegliare affinché siano tutelati i lavoratori italiani in Svizzera.
L'on. Falcone si è dichiarato "soddisfatto, in particolare per l'iniziativa del governo italiano di recarsi nel Canton Ticino per affrontare direttamente le tematiche che ha sollevato, nella più ampia cornice degli eccellenti rapporti bilaterali che intratteniamo con la confederazione elvetica, confermati dai recenti colloqui tra il premier Gentiloni e la presidente Leuthard, nonché dalla visita del sottosegretario Della Vedova a Berna. Ritiene altresì che occorrerà mantenere alta l'attenzione su questi temi, a tutela dei nostri frontalieri che contribuiscono con il loro lavoro alla crescita economica del cantone e del nostro Paese".